L’Osservatorio: pubblichiamo con il suo consenso il post su Fb di Valerio Lazzaretti,autore di “Valerio Verbano,Ucciso da chi, come, perché”,libro unico per il metodo applicato da Valerio nella sua ricerca e per la convinta motivazione antifascista posta nel completare il suo lavoro. Oggi nella ricorrenza dell’omicidio di Fausto e Iaio,Lazzaretti riprende il filo degli indizi che portano alla “pista romana”
18 MARZO 1978 – 18 MARZO 2020
MILANO. ESPLODE LA VIOLENZA NERA. LA POLIZIA LASCIA FARE, MA ROMA CONFERMA LA PISTA
FAUSTO E IAIO. DUE ESECUZIONI “SUB-APPALTATE” NELLA CAPITALE CHE PORTANO AI NAR DEL GRUPPO BALDUINA PRATI MONTEVERDE e MAGLIANA
La sera del 18 marzo 1978, a Milano nel quartiere Casoretto, un nucleo armato di tre estremisti di destra non “voluto” identificare, uccise i due giovani Fausto Tinelli e Lorenzo “Iaio” Iannucci.
Che i due militanti, stessero lavorando insieme ad altri giovani ad un dossier finalizzato ad un libro bianco circa lo spaccio dell’eroina nelle piazze milanesi, non era un segreto per nessuno. Neanche per chi si fece, indubbio mandante, di questo efferato duplice omicidio.
A distanza di 42 anni dai fatti, una verità storica e politica di quelle due feroci esecuzioni ce la siamo fatta un po’ tutti. Talvolta, la prima pista percorribile, il primo movente possibile che può aver armato la mano di quegli assassini, è quello più semplice da leggere in prima battuta e forse quello più veritiero: avevano ficcato troppo il naso in questioni delicate. Avevano scoperto importanti intrecci fra la piazza neofascista e lo spaccio di eroina? Il loro omicidio in questo senso, parla. Lo conferma.
Eliminazione di chi fa controinformazione sulle attività “segrete”, e feroce monito per tutti gli altri di non interferire su certe “questioni”, pena, la morte.
Sempre a distanza di tanti anni, infatti, si può ricostruire con dati alla mano, che la diffusione dell’eroina in Italia, avvenne anche e soprattutto attraverso organizzazioni e uomini che facevano parte del panorama di estrema destra.
La guerra rivoluzionaria teorizzata all’Hotel Parco dei Principi dalle alte sfere militari, da uomini di Ordine Nuovo, di Avanguardia nazionale, del Sid, e probabilmente anche massoni, prevedeva forse anche la diffusione dell’eroina per fiaccare le organizzazioni marxiste? [1965]
Non ho mai letto attentamente il palinsesto degli interventi, non mi sembra di ricordare che fosse nel programma del convegno, ma di sicuro faceva parte del piano globale americano di controllo dei “fermenti politici rossi” delle proprie colonie europee.
Un paese con un partito comunista così forte, e allo stesso tempo partner della Nato, faceva paura all’inquilino della Casa Bianca.
L’eroina creando una forte dipendenza fisica, era una delle droghe utili a fiaccare i bollori giovanili e nel complesso a diminuire i numeri, le piazze gremite, e il controllo su ciò che avveniva nel circondario più prossimo. Una droga che separava disperatamente l’unità giovanile.
Ma torniamo a Fausto Tinelli e Lorenzo Iannucci, e ai loro ultimi istanti di vita.
Gli assassini agganciarono le loro vittime su via Mancinelli e gli unici testimoni del grave fatto di sangue, insieme ai primi riscontri balistici, ci restituirono subito importanti dati.
3 uomini armati, con uno dei tre che spara almeno 8 colpi in rapida successione con una pistola silenziata calibro 7,65 Beretta [Forse mod. 34] con un sacchetto per trattenere i bossoli espulsi dall’arma al momento degli spari
Uno aveva un giubbotto, gli altri due indossavano impermeabili anonimi, [Franco Anselmi, per dire, ne indossava uno blu scuro al momento della morte] indossati per confondere i testimoni e al tempo stesso, celare eventuali armi lunghe
Spataro, portatosi sul luogo del duplice omicidio, nel ricostruire la via di fuga del commando, notò una cosa “importante”: i tre killer invece di fuggire dal luogo dell’omicidio, a detta dei pochi testi, percorsero di nuovo tutta via Mancinelli, passando anche davanti al Leoncavallo, col rischio di essere intercettati.
Non erano pratici di quella zona? Non erano di Milano? Esatto Spataro. Erano in “trasferta”
Poi all’Ansa di Roma arrivò una telefonata anonima di questo tenore
I GNR Gruppi Nazional Rivoluzionari rivendicano l’eliminazione dei due giovani di Lotta continua avvenuta per vendicare l’uccisione dei nostri camerati
Il giorno dopo la feroce esecuzione, a Roma, nel quartiere Prati, tra gli elenchi telefonici di una cabina stradale della Sip, i killer del Casoretto, fecero ritrovare un volantino.
Era il classico prodotto della bassa cultura che incarnava quegli uomini di estrema destra che avevano scelto il terreno della lotta armata. Il puerile tentativo di mistificazione. Il più banale movente. Abbiamo ucciso per vendicare i camerati uccisi. [Non perchè i due lavoravano alla controinformazione sui traffici e lo spaccio dell’eroina a Milano].
Insomma, lo potete leggere anche voi questo insulso comunicato. Dieci righe di periodi e pensieri che insieme non dicono nulla. Se non chiaramente, ahimè, confermare gli obiettivi “eliminati”.
Che poi l’ENR fosse così articolato come le BR e avesse una sua “brigata” milanese, capite da voi che neanche un ragazzino abboccherebbe…
Sabato 18 marzo una nostra brigata armata di Milano ha giustiziato i servi del sistema TINELLI FAUSTO e IANNUCCI LORENZO. Con questo gesto vogliamo vendicare la morte di tutti i camerati assassinati dagli strumenti della reazione e della sovversione. Noi non crediamo nella lotta comunista contro lo stato, poiché, avendo tutte le forze di sinistra la medesima mentalità di questo sistema, esse sono solamente i servi di questo regime. E’ quindi per questa ragione che l’unica forza veramente rivoluzionaria è rappresentata dall’estrema destra.. Sappiano i sovversivi che non riusciranno ad eliminarci: da questo momento cominceremo ad agire e nulla potrà fermarci; siamo stanchi di piangere i nostri camerati. FALVELLA, RAMELLI, ZICCHIERI, MANTAKAS, CIAVATTA, BIGONZETTI, RECCHIONI marciano nelle nostre file e gridano vendetta.
W LA GIUSTIZIA FASCISTA MORTE AL SISTEMA E AI SUOI SERVI ONORE AI CAMERATI ASSASSINATI DAL FRONTE ROSSO E DALLA REAZIONE.
ENR Esercito Nazionale Rivoluzionario Brigata combattente Franco Anselmi.
A distanza di anni per la morte di Fausto e Iaio furono indiziati alcuni militanti di estrema destra romani facenti parte di quella rete di commandos che amavano firmare le loro azioni con la sigla NAR o con sigle riconducibili all’arcipelago della destra armata prevalentemente romana.
Di questi soggetti NON CITERO’ neanche i nomi. Primo, perchè sono già noti a tutti. Secondo perchè per la giustizia italiana sono stati assolti. Terzo: se la procura, con un pacchetto di indizi di una certa rilevanza, ha deciso per l’archiviazione senza colpevoli, bisogna usare più il cervello che la pancia.
Come nel caso Verbano, il gruppo che aveva agito in trasferta a Milano, magari godeva di una certa copertura ai piani alti e ancora oggi non si intende in alcun modo di darlo in pasto, di bruciarlo su pubblica piazza. Perchè coprire le responsabilità di tre assassini?
Avete mai ipotizzato che, se gli assassini sono già stati usati per “lavori” simili, siano a conoscenza di segreti inconfessabili e magari è preferibile continuare a “pagare” il loro silenzio e la loro “identità”?
Senza contare che, uno degli indiziati, era stato tirato in mezzo da Cristiano Fioravanti, quale possibile autore del tiro al rosso all’Alberone: l’omicidio di Ivo Zini, avvenuto la sera del 29 settembre 1978 di fronte alla sezione del Pci. Beh, anche in quel caso il nostro amico ne uscì indenne. Per il resto a suo carico piccole condanne per un assalto in una scuola romana e danneggiamenti vari. Un soggetto particolarmente “attivo” ma sempre graziato.
Anche il suo accusatore, Cristiano Fioravanti, dopo aver collaborato con la giustizia facendo smantellare mezza rete di supporto ai gruppi NAR di tutta la capitale, come nel caso dell’altro grande pentito Walter Sordi, ha avuto una nuova identità e un sistema di protezione. Stefano Soderini, è l’unico pentito che, dopo aver scontato la sua pena, è espatriato e di lui non si hanno più notizie da anni.
Poi, dell’altra figura di spessore “sconosciuto”, che ne parliamo a fare. E’ lui che ha il “buon gioco” con la Procura. Ricordate le cassette di sicurezza della filiale interna del Tribunale di Piazzale Clodio e il loro contenuto asportato? Inutile andare oltre, urterei la vostra fantasia e perspicacia.
un gruppo di estremisti di destra che lavorano anche al servizio della malavita organizzata, utilizzato più volte per azioni sporche che non può essere bruciato perchè a conoscenza di cose inquietanti
Una delle ipotetiche chiavi di lettura potrebbe essere tranquillamente questa.
UNA TRACCIA PERCORRIBILE CHE LOGICAMENTE PORTAVA A ROMA
Gli ideatori e realizzatori dell’azione omicida di Milano, commettono tutta una serie di superficialità che, più o meno, inconsapevolmente porta direttamente a loro. Cominciamo dal nome del gruppo.
ENR – Esercito Nazionale Rivoluzionario Brigata combattente Franco Anselmi
Questa è la sigla apposta al Comunicato N° 1 dell’ENR
Nel panorama eversivo nazionale, questa sigla comparirà solo un’altra volta.
L’ENR rivendicherà l’attentato dinamitardo compiuto a Roma, nel quartiere Balduina, alla sezione del Pci di via Pompeo Trogo 36, tra la notte del 28 e l’alba del 29 maggio 1978.
Per quanto riguarda il nome di Franco Anselmi comparso sul comunicato, è un riferimento che agli inquirenti meneghini non porta molti elementi. Ne porta invece molti alla Digos romana.
Franco Anselmi, è l’estremista di destra che, armato di pistola, era stato ucciso nel corso di una rapina ad un’armeria consumata nel quartiere romano di Monteverde Nuovo, solo dodici giorni prima dei fatti di Milano, la mattina del 6 marzo 1978 in via Bernardo Ramazzini 107.
Quindi, ricapitolando, i militanti dell’ENR hanno dedicato il nome del gruppo di fuoco a Franco Anselmi [Fondatore con i fratelli Fioravanti e Alibrandi dei NAR si saprà con certezza solo nel 1981] che era di Roma, l’ENR, prima di scomparire nel nulla ha operato con un’altra azione, un attentato a Roma, il volantino dell’azione omicida di Milano è stato “fatto trovare” a Roma. Ma, non solo.
Riguardo alle sigle dei gruppi armati di destra utilizzate dai commandos neri. Avendo approfondito parecchio questo aspetto, volevo segnalarvi dei dati oggettivi.
Dall’inizio del 1977, soprattutto a Roma, la destra armata comincia a compiere delle azioni abbastanza rilevanti. Tutti gli episodi sono da leggere come attacco pianificato della destra al nascente movimento del ’77.
1 Febbraio ’77 ingresso all’università dei fascisti armati che sparano. F.Bellachioma e un’altro studente vengono feriti dalle pistolettate.
28 febbraio ’77 agguato studenti del Mamiani: Feriti a colpi di pistola Stefano Pagnotti e Mauro Maffioletti
29 marzo assalto di un gruppo di neri del Fuan ai compagni di Borgo Pio nel quartiere Prati. Arrestati Alibrandi e altri.
Le sigle utilizzate a Roma dai gruppi della lotta armata di destra fino alla fine dell’anno 1977 sono varie.
ECA – Esercito Combattente Anticomunista “Mario Zicchieri”
NFR – Nuclei Fascisti Rivoluzionari
ECA – Esercito Clandestino Anticomunista,
GNR – Giustizia Nazionale Rivoluzionaria
FR Fascisti Rivoluzionari
Dal 23 dicembre ’77, con l’attentato al quartiere Flaminio al giovane di Lotta Continua Massimo Di Pilla, comparve per la prima volta la sigla NAR.
Tutti quelli che, fino ad allora avevano utilizzato le varie sigle, cominciarono a firmarsi anche loro NAR. Questo non lo dico io. Lo conferma il fatto che le altre sigle via via sparirono dalle cronache dei quotidiani. Quindi NAR vuol dire tanto ma, al tempo stesso, nulla! Un lago chiamato NAR dove in alcuni punti affiorano degli isolotti [gruppi armati diversi]
Come facevano i diversi isolotti [i gruppi di lotta armata di destra] a riconoscersi fra di loro, nella confusa fase di attacco al sistema, se tutti si firmavano NAR?
Semplice. Aggiungendo al comunicato, al volantino, alla telefonata anonima, qualche riferimento in più oltre che la mera radice di destra NAR.
Studiando e analizzando le azioni rivendicate dai NAR, nella pur scarsa produzione di materiale ideologico, compare agli occhi questo importante dato.
Anche e ben oltre l’omicidio dei due giovani milanesi
NAR FUAN/TP [15 marzo 1979] Rapina Armeria Omnia Sport Via quattro Novembre.
GPOA [NAR] [22 febbraio 1980] Gruppo Proletario Organizzato Armato Omicidio Verbano
NAR Comandi Thor Balder Tir [23 febbraio 1980] Omicidio Valerio Verbano
NAR Gruppo Angelo Mancia [15 maggio 1980] Attentato sede PCI Talenti via dei Rapisardi 44
GOAD [NAR] Gruppi Organizzati per l’ Azione Diretta [28 maggio 1980] Uccisione Evangelista, ferimento Manfreda e Lorefice. [Fioravanti, Mambro, Cavallini, Vale, Ciavardini]
GOAD [NAR Chiarimento] Gruppi Organizzati per l’Azione Diretta [23 giugno 1980] GOAD Omicidio Giudice Mario Amato[Fioravanti, Mambro, Cavallini, Ciavardini]
NAR Gruppi di Fuoco Franco Anselmi [23 novembre 1981] Omicidio Straullu/ Di Roma [Sordi, Alibrandi, Cavallini, Mambro, Soderini, Vale]
NAR Gruppi di Fuoco Alessandro Alibrandi [5 marzo 1982] Rapina BNL uccisione dello studente Alessandro Caravillani. [Fabrizio Zani, Giorgio Vale, Francesca Mambro, Roberto Nistri, Stefano Procopio, Walter Sordi, Ciro e Livio Lai]
NAR Gruppo di Fuoco Giorgio Vale [6 maggio 1982] Omicidio Polfer A.Rapesta
L’omicidio del giovane di Lotta continua Roberto Scialabba, del 28 febbraio 1978, è stato rivendicato per via telefonica da due sigle: NFR Nuclei Fascisti Rivoluzionari e GNR Giustizia Nazionale Rivoluzionaria.
A commetterlo, in realtà il gruppo che per primo adotta la sigla NAR [ I fratelli Fioravanti, Alibrandi, Anselmi e Bianco]
Quindi ogni gruppo generico NAR nel momento di rivendicare un’azione, eseguiva diverse telefonate rivendicando, ora con una sigla, ora con un’altra. Spesso parlando anche a nome di Prima Linea o delle BR. [Vedi omicidio Ps Arnesano 6.2.80] e [Omicidio Ps Franco Sammarco e Ps Giuseppe Carretta 8.6.82]
Omicidio di Fausto Tinelli e Lorenzo Iannucci, 18 marzo 1978 Milano ENR [Anselmi]
Telefonata anonima. I Gruppi Nazional Rivoluzionari rivendicano l’eliminazione dei due giovani di Lotta continua avvenuta per vendicare l’uccisione dei nostri camerati ANSA Roma GNR
Bomba sezione PCI Roma, quartiere Balduina, via Pompeo Trogo 29 maggio 1978 Roma ENR
Si disse anche che durante una perquisizione a casa di uno degli indiziati, spuntarono fuori addirittura le fotografie di Fausto Tinelli e Lorenzo Iannucci e anche quelle dei funerali dei due giovani riprese dai quotidiani
E si parlava anche di una corrispondenza un po’ “scottante” fra un camerata romano e uno di Cremona.
A Prati, a sessanta metri dalla sezione MSI Prati, tra gli elenchi telefonici della cabina della SIP di via Leone IV di fronte alle serrande della Libreria Maraldi, il 19 marzo 1978, l’ENR ha fatto rinvenire il comunicato N° 1 che rivendicava l’uccisione di Fausto e Iaio
A Balduina l’ENR ha fatto saltare la locale sezione del PCI all’alba del 29 maggio 1978
Uno dei maggiori indiziati, a Roma viveva prevalentemente in due quartieri: Balduina e Prati.
Insomma, l’idea è abbastanza suffragata dai fatti: non si è voluto procedere. Era tutto abbastanza chiaro per approfondire il caso.
Bastava osservare gli amici di Franco Anselmi, incrociare i loro nomi coi fascisti armati gravitanti intorno alla sezione MSI Prati, con quelli più violenti su piazza del FUAN e quelli che scorrazzavano armati addirittura a Balduina.
La soluzione del caso era lì, volendola ricostruire.
Lo stato quando promuove una certa versione dei fatti, tira dritto e non si smentisce mai. Guardate la vicenda di Ustica. Un collage di mezze verità.
Kossiga quasi in punto di morte disse: un mirage francese.
Visto quello che ha combinato poi la Francia a Gheddafi, ci si potrebbe anche credere. Ma lo stato non lo ha mai ammesso ufficialmente. Non può, dopo aver mentito per quasi 40 anni.
Quindi anche nel caso di Fausto e Iaio è mancata questa volontà.
A Fausto e Iaio, il vostro impegno per la costruzione di una società migliore sarà ricordato da tutti.

In alto i pugni e le bandiere rosse.
A Fausto e Iaio, sappiamo chi è stato, ma “forse” son protetti dallo stato! HLVS!!!