Adinolfi e il “computo delle perdite inflitte”

 <Noi onoriamo i nostri morti, tutti.
A iniziare da quelli uccisi vigliaccamente da “fuoco amico”, che ce ne furono, e continuiamo senza arrossire quando onoriamo quelli uccisi dai funzionari della repubblica.
E senza fischiettare quando, nel computo della guerra civile, ci accorgiamo che in condizioni di scontro impari, senza nulla e nessuno alle spalle, contro gente protetta da giudici, giornalisti, stampa e servizi segreti di tutte le latitudini, abbiamo reso pan per focaccia e persino prevalso nel computo delle perdite inflitte.
Ciò sarà politicamente imbarazzante per chi fa il perbenista, ma noi non siamo perbenisti>

L’Osservatorio : ecco riportati alcuni passi dell’intervento di Gabriele Adinolfi, letto il 17 ottobre 2011 a P.zza Vescovio, Roma, il giorno dell’inaugurazione del Giardino dedicato alla memoria di Francesco Cecchin, un giovane neofascista ucciso nel 1979.  Senza falsi pudori l’autore si vanta a nome dei fascisti degli anni 70 e 80  di  < aver reso pan per focaccia e persino prevalso nel computo delle perdite inflitte >, intendendo per perdite inflitte, immaginiamo, le vite umane spente dalla violenza fascista, le vite dei giovani democratici e antifascisti uccisi in quegli anni, come Ivo Zini intento a leggere la pagina dei cinema sulla bacheca dell’Unita, o come Roberto Scialabba, seduto con gli amici a fumare spini ai giardinetti di P.zza Don Bosco, o assassinati come Walter Rossi, mentre volantinava nel quartiere, o come Valerio Verbano giustiziato in casa davanti ai propri genitori. O chissà forse si riferiva ai poliziotti ventenni ammazzati come cani davanti alle ambasciate durante i disarmamenti. Le chiama perdite inflitte …

Ecco, ora sapete che uomo è  l’ospite della Libreria  Altaforte a Cernusco sul Naviglio il prossimo 3 Dicembre.

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