Macron dispone la desecretazione degli archivi sottoposti a segreto di stato
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Il 18 marzo 1962 gli accordi di Evian tra governo francese e il GPRA (Governo Provvisorio Repubblica Algerina pongono fine a otto anni di guerra spietata tra l’FLN algerino e le truppe francesi mandate dal presidente De Gaulle a reprimere la rivolta.
In realtà gli accordi non metteranno fine alle violenze, perchè l’OAS, Organisation Armée Secréte composta prevalentemente da militari, ex-militari e pied noirs ( i francesi d’Algeria ),contraria alla concessione dell’indipendenza al popolo algerino intensificherà gli atti di terrorismo provocando morti e feriti, fino a quando negoziato il cessate il fuoco con il neonato governo repubblicano non sarà consentito ai suoi membri di riparare all’estero,in Spagna e Portogallo da dove contribuiranno alla costruzione dell’internazionale “nera” responsabile di tentativi di destabilizzazione,omicidi,stragi e colpi di stato che hanno afflitto l’Europa per svariati decenni.
Alla guerra d’indipendenza algerina che ebbe la Capitale come teatro principale di scontro, l’indimenticabile Gillo Pontecorvo dedicò un film : “La Battaglia di Algeri”,l’opera di formazione “internazionalista” della generazione giunta all’impegno politico negli anni ’60-’70 del secolo scorso.

Due i personaggi che la trama del film mette in risalto: il colonnello Philippe Mathieu, spietato capo della 10° divisione paracadutisti per il quale Pontecorvo sembra si sia ispirato al generale Jacques Massu,comandante delle operazioni repressive in Algeria e successivamente capo dell’OAS e come suo contraltare quello “eroico” del partigiano Ali Ammar,nome di battaglia Ali La Pointe.
Nato in povertà,analfabeta e criminale comune che si politicizza in carcere diventando l’uomo di punta dell’insurrezione di Algeri.Ali La Pointe morì a 27 anni assieme a due compagni,uno dei quali appena tredicenne,nell’esplosione delle mine poste dai paras in prossimità del suo nascondiglio svelato sotto tortura da un combattente indipendentista catturato. La pratica della tortura da parte dell’esercito francese in Algeria fu molto discussa,all’opinione pubblica in patria parve più grave della tortura forse soltanto il fatto che alcuni torturatori pur avendo combattuto nella Resistenza francese avevano finito per applicare sugli indipendentisti algerini i metodi nazisti che avevano combattuto appena un decennio prima.
Quattro anni dopo la sua morte l’FLN vincerà la sua guerra.
Il 9 Marzo scorso,il presidente francese Emmanuel Macron ha disposto la desecretazione degli archivi sulla guerra d’Algeria fino ad oggi coperti dal segreto di stato, una miniera d’oro dal valore inestimabile per chi vorrà finalmente fare chiarezza con prove provate su quello che l’internazionale nera ha significato grazie alle sue connessioni tra terrorismo e apparati statali