Area 121 a Ostia: emergenza abitativa di chi? Parte seconda

AREA 121 A OSTIA: EMERGENZA ABITATIVA DI CHI? 

 

 

L’Osservatorio: continuiamo ad occuparci di CasaPound per ricordare le gesta di chi, lasciato indisturbato per tanti anni, l’occupazione di Via Napoleone III risale al 2003, ha saputo guadagnarsi i favori di un ex ministro dell’Interno avendone in cambio le protezioni che gli hanno consentito di estendere la propria rete a livello nazionale. Torniamo indietro di qualche anno,riportando parte di questo articolo comparso su “Internazionale “del 16 novembre 2017

https://www.internazionale.it/reportage/2017/11/16/ostia-casapound-violenze

La violenza di CasaPound a Ostia.  16 novembre 2017

Una palestra per i neofascisti

“Ostia è stata una piazza importante per l’estrema destra romana, spiega Guido Caldiron, giornalista e autore di numerosi saggi sulla storia dell’estrema destra. Soprattutto i quartieri residenziali, i quartieri alti del decimo municipio negli anni settanta sono stati un territorio importante per il Movimento sociale italiano (Msi), poi per Terza posizione fino ad arrivare ai Nuclei armati rivoluzionari (Nar)”, afferma Caldiron. CasaPound arriva sul litorale nel 2011, aprendo una specie di centro culturale, l’Idrovolante, in via Marcello Pucci Boncambi. “È una commistione tra ambienti ex missini e giovani a destra della destra, ma i nomi della vecchia destra ostiense non si spendono per il nuovo movimento. È una germinazione nuova”, aggiunge Caldiron. Il modello a cui CasaPound s’ispira è quello greco di Alba dorata. “Un piccolo movimento d’ispirazione neonazista che nasce tra gli hooligans ad Atene, un piccolissimo gruppo a vocazione minoritaria che sperimenta una strategia per penetrare tra i ceti popolari: con azioni contro gli immigrati, contro i piccoli commercianti e a favore dei ceti popolari”, spiega Caldiron. All’inizio CasaPound sembrava volesse evitare i greci di Alba dorata, perché temeva l’ispirazione neonazista e il coinvolgimento dei dirigenti greci del movimento nell’omicidio del rapper Pavlos Fyssas, “ma poi hanno cominciato ad avere degli scambi intensi, dei gemellaggi”. Per Caldiron, tuttavia, i giornalisti non dovrebbero avere dubbi: “CasaPound è un gruppo neofascista con grandi zone d’ombra, e l’errore che fanno molti è quello di normalizzarlo”. Ci sono stati degli arresti in questi anni nelle file di CasaPound: “C’è una vicenda come quella di Gianluca Casseri, un loro militante che un paio di anni fa a Firenze è andato a sparare agli immigrati dicendo che è il tempo della guerra delle razze. CasaPound è questo, non solo la distribuzione dei pacchi della spesa”. A Ostia gli attivisti hanno registrato degli elementi comuni tra le diverse aggressioni: per esempio prima di sferrare la testata o il pugno viene rivolta la stessa domanda: “Sei antifascista?”. Una sorta di rituale, che si ripete da tempo in molte parti d’Italia. L’impunità e la tolleranza verso le aggressioni di tipo fascista nel decimo municipio hanno contribuito a creare un’immagine di “zona franca”, spiega David, un attivista. “Sembra che Ostia sia un posto dove i fascisti possono venire a picchiare i militanti dei movimenti giovanili e gli attivisti come in una palestra. E non è un caso che una formazione come Lotta studentesca, la sezione giovanile di Forza Nuova, che a Ostia non è presente, sia apparsa di recente fuori delle scuole”, aggiunge. L’abbandono e il silenzio da parte delle istituzioni su questo tema hanno favorito le violenze. “Le aggressioni e le minacce continueranno finché ci sarà questo tipo di impunità”, conclude David.”

In un’altra parte del medesimo articolo, sono descritte le principali azioni squadriste dei militanti di Casapound ai danni degli antifascisti di Ostia:

“Un ragazzo denuncia di essere stato picchiato perché indossava la maglietta di una squadra di calcio antifascista, la Spartak Lidense. Giorgio, un attivista del collettivo L’Officina di Ostia, è stato aggredito nel 2010 mentre stava attaccando dei manifesti per pubblicizzare alcune iniziative per la festa della liberazione.

Luca Marsella, il candidato sindaco del decimo municipio per CasaPound, è stato condannato a due mesi, sospesi con la condizionale, per aver aggredito degli studenti fuori del liceo Anco Marzio nel settembre del 2011. “Se voi fate la contromanifestazione all’Idrovolante io vi accoltello tutti come cani, vi ammazzo tutti! Io mi ricordo la faccia di ognuno di voi. Non vi picchio subito perché ci sono delle persone e poi mi denunciate”, aveva detto Marsella ad alcuni studenti del liceo.

Raffaele Biondo è alto e magro, capelli ricci, maglione a collo alto: ha 19 anni ed è stato per lungo tempo il rappresentante degli studenti del liceo scientifico Antonio Labriola di Ostia. “C’era un periodo in cui ricevevo minacce quotidianamente per la mia attività politica a scuola”, racconta. Poi il 24 maggio 2016 ha subìto un’aggressione.

“Il coordinamento degli studenti del decimo municipio aveva organizzato una manifestazione contro la mafia e contro il fascismo, la giornata della cultura, a cui avevamo invitato tutte le scuole”, racconta Biondo. Durante l’evento il Blocco studentesco, la formazione giovanile del partito di estrema destra CasaPound, si è presentato e ha protestato perché non era stato invitato.

Il giorno successivo, Biondo è stato aggredito da un ragazzo di Blocco studentesco accompagnato da altri otto militanti all’uscita da un locale di Casal Palocco. “Sono uscito verso le otto dal bistrot Ciaocore dove stavo studiando con un mio amico”, racconta. “Nel parcheggio ho incontrato otto ragazzi di Blocco studentesco e abbiamo cominciato a discutere della giornata della cultura che si era svolta il giorno prima in piazza Anco Marzio in maniera abbastanza tranquilla”.

All’improvviso uno degli studenti di Blocco studentesco “ha chiesto se ero antifascista”. Quando Biondo ha detto di sì è arrivata la replica: “Allora sei un uomo di merda”, insieme a una testata sulla bocca. “Ho cominciato a vedere tanto sangue e piegato dal dolore non ho reagito”, racconta il ragazzo, mentre l’aggressore e gli altri sono scappati. Biondo è andato al pronto soccorso dove gli hanno dato sette giorni di prognosi. Se l’è cavata con un dente rotto che ha dovuto farsi ricostruire. Ha presentato un esposto alla polizia, ma continua a ricevere minacce e insulti.

Il 15 settembre 2016 Davide Coscia, 19 anni, del collettivo del liceo Anco Marzio è stato preso a calci e pugni il primo giorno di scuola da alcuni studenti di Lotta studentesca. Mentre entrava a scuola, è stato avvicinato da alcuni ragazzi che stavano distribuendo dei volantini.

“Non volevo discutere, andavo di fretta, ero in ritardo”, racconta. Per questo ha preso il volantino, lo ha accartocciato e lo ha buttato. Il gesto è stato interpretato come un affronto. Lo hanno seguito all’interno della scuola, lo hanno preso a pugni fino a farlo cadere, poi hanno continuato con i calci. Una pattuglia di poliziotti in borghese che era nei paraggi ha sentito le urla e si è avvicinata. Gli aggressori sono fuggiti, ma sono stati presi. “Erano ragazzi di altri quartieri di Roma, non erano del posto e questo vuol dire che non mi conoscevano e non sapevano della mia attività politica, e quindi chiunque avrebbe potuto essere aggredito in quel modo solo per aver accartocciato un volantino”, racconta.

Dopo l’aggressione a Davide Coscia, i collettivi studenteschi hanno chiesto di appendere all’interno della scuola uno striscione di solidarietà che diceva: “Contro ogni forma di violenza e fascismo”, per spingere a riflettere sull’episodio che avrebbe potuto riguardare uno qualsiasi dei mille studenti della scuola. Ma le istituzioni scolastiche non hanno autorizzato lo striscione. “Ci sono troppe esitazioni da parte delle autorità a dichiararsi antifasciste e a professare i valori della costituzione italiana. Troppo silenzio”, afferma Giacomo Mastrogregori, un altro attivista.

Nel febbraio 2017 Diego Giannella, candidato della lista Laboratorio civico X e attivista dell’associazione Alternativa onlus, è stato seguito e picchiato da cinque militanti di destra vicino alla sede del municipio, mentre provava a partecipare a un incontro con la sindaca di Roma Virginia Raggi.

“Mi hanno bloccato vicino alla pensilina dell’autobus per picchiarmi con calci e pugni davanti a decine di passanti, che purtroppo non hanno mosso un dito e hanno addirittura cambiato strada. Ero solo contro cinque persone e mi hanno picchiato senza alcun motivo”, ha dichiarato Giannella, che ha sporto denuncia. “Mi hanno lasciato per terra dicendomi ‘E mo vàtte a lamentà in questura’. Ho fatto tantissime denunce contro i numerosi atti di violenza che ricevo quasi quotidianamente, ma nulla cambia, anzi. Sto provando a difendermi come posso”, conclude. CasaPound ha sempre smentito tutte le accuse.

 

L’Osservatorio: ma la storia di Casapound a Ostia è anche, e soprattutto, altro; di seguito stralci di  un articolo uscito sul sito Fanpage.it il giorno 8 gennaio 2016 :

https://roma.fanpage.it/casapound-e-il-clan-spada-tutti-insieme-appassionatamente-a-ostia/

“Cosa c’entrano il movimento di estrema destra CasaPound e la famiglia Spada di Ostia? In teoria nulla, la formazione di Iannone e Di Stefano dichiara di battersi contro la criminalità organizzata, sul territorio del litorale romano CasaPound ha accusato a più riprese il Partito democratico, travolto con l’ex presidente Tassone dall’inchiesta su Mafia Capitale, di essere colluso con le mafie del territorio, chiedendo pulizia.

Eppure gli esponenti locali del movimento ed esponenti della famiglia di rom italiani non solo si conoscono, ma organizzano iniziative insieme sul territorio. In particolare lo scorso 8 dicembre e per la Befana solo qualche giorno fa, CasaPound e gli Spada hanno festeggiato insieme le feste a piazza Gasparri, nel cuore delle zona più popolare di Ostia, territorio della famiglia. “Giovenezza in Piazza” il titolo dell’iniziativa, tra banchetti, regali e palloncini per i bambini, ma anche dimostrazioni sportive organizzate dalla palestra “Femus Art School”.

Lo scorso 15 maggio in via Forni vengono messi i sigilli alla palestra degli Spada, che occupava abusivamente un locale di proprietà del Comune di Roma. Sulla stessa via nel 2011 vengono freddati “Bafficchio” e “Sorcanera”, due pregiudicati considerati leader della vecchia mala di Ostia, legati ad esponenti della Banda della Magliana. Un segnale importante, simbolico per il ripristino della legalità sul litorale romano. Oggi la Femus Art School si trova in via Mario Ruta, in dei locali che da quanto apprendiamo sarebbero di proprietà dell’Ater.

La Dda di Roma, in riferimento alle indagini sulla morte di “Bafficchio” e “Sorcanera”, mette nero su bianco nell’ordinanza che porterà all’arresto dei due responsabili del duplice omicidio, come le vittime appartenessero a un gruppo rivale agli Spada. “

L’Osservatorio: ma i rapporti tra esponenti di Casapound e la famiglia Spada non sono solo a carattere “sportivo”; riportiamo parte di un articolo pubblicato sul sito liberastampa.net del 30 marzo 2016:

https://www.liberastampa.net/casapound-clan-spada-roma-ostia/

“Uno strano flirt  “E’ strano questo flirt tra il clan Spada e Casapound, perché avviene proprio a Ostia, la zona controllata dall’organizzazione criminale che si dedica, secondo la Procura di Roma, per lo più al traffico di droga, all’estorsione e allo strozzinaggio. Casapound, da queste parti, ha promosso la battaglia contro lo sgombero di una palazzina Ater, dove una decina di famiglie rischiano di essere sfrattate. L’ennesima lotta di carattere sociale a favore degli indigenti. Ma perché unirsi ai clan, quando ‘i fascisti del terzo millennio’ si dichiarano apertamente contro le mafie?”

Il precedente  “Non è la prima volta che le strade di estremisti e criminali si incrociano. Nel 2013 scoppia il caso della società Bluedream (una immobiliare che partecipa ad appalti pubblici). Le quote sono così suddivise: il 60% è di Armando Spada e il 40% di Ferdinando Colloca, il candidato di Casapound al Municipio di Ostia. La Bluedream finisce nelle indagini dei magistrati capitolini per l’acquisizione dello stabilimento balneare Orsa Maggiore: secondo la Procura sono stati utilizzati metodi e modalità che mostrano apertamente l’influenza criminale degli Spada a Ostia.”

L’Osservatorio: questo episodio non sfugge neanche a Gianluca De Rosa che sul sito del ilfoglio.it del 2 novembre scrive quanto riportiamo in questo stralcio:

“Il 5 novembre, a Ostia, X municipio, il gruppo neofascista di CasaPound potrebbe raggiungere il miglior risultato della sua storia. I sondaggi parlano del 10 per cento. La differenza la farà probabilmente l’astensione. “I partiti nei due anni di commissariamento non hanno fatto politica. La gente vota CasaPound perché a differenza di tutti gli altri, si sono fatti vedere, con azioni discutibili certo, però, c’erano”.  A dirlo al Foglio è Federica Angeli, giornalista di Repubblica che dal 2013 vive sotto scorta dopo essere stata minacciata per le sue inchieste sulle cosche criminali del X municipio e che, fra le altre cose, ha svelato i rapporti tra l’ex leader lidense di CasaPound, Ferdinando Colloca, e Armando Spada, esponente dell’omonima famiglia, che ha recentemente subìto diverse condanne per la gestione illegale di alcuni alloggi popolari. Secondo la giornalista di Repubblica potrebbero prendere una percentuale fra il 10 e il 13 per cento. Il capo della Direzione distrettuale antimafia, Michele Prestipino, sabato ha detto che il contrasto alla criminalità organizzata di Ostia dovrà essere “la priorità dei nuovi eletti”. Eppure è di pochi giorni fa l’endorsement via Facebook a CasaPound di Roberto Spada, fratello di Romoletto, Carmine Spada, condannato a 10 anni in primo grado per estorsione con metodo mafioso.

Il candidato di CasaPound, Luca Marsella, si era fatto immortalare più volte con Roberto Spada durante alcuni eventi sportivi organizzati nel parco di Nuova Ostia, periferia degradata del litorale dove CasaPound nel 2016 raggiunse il picco di voti (il 7 per cento).

“L’alleanza con gli Spada è antica e sancita da cose che sono documentate nelle aule di giustizia”, ci spiega Federica Angeli. “Nel 2012 Armando Spada si presenta dall’allora direttore dell’ufficio tecnico del municipio, Aldo Papalini, e gli dice: ‘Ci devi dà il chiosco di quelli che avemo ammazzato noi’. Papalini però non gli dà il chiosco, ma l’Orsa Maggiore, uno degli stabilimenti più belli di Ostia. Ebbene nella società Bludream, che subentra nella gestione ai vecchi proprietari, insieme a Spada, c’è Ferdinando Colloca, quello che allora era il leader di CasaPound a Ostia”. Per l’inchiesta su questi fatti Federica Angeli verrà minacciata e nel giugno del 2017 anche Ferdinando Colloca verrà condannato in primo grado per i reati di corruzione e concussione aggravati dal metodo mafioso. Intanto martedì, il candidato di CasaPound Luca Marsella è stato condannato per le minacce rivolte nel 2011 ad alcuni studenti di un liceo che volevano protestare per l’apertura della sede del partito di estrema destra.

https://www.ilfoglio.it/roma-capoccia/2017/11/02/news/tutto-su-quei-bravi-ragazzi-di-casapound-161071/

Per la cronaca, nel processo seguito alle indagini Ferdinando Colloca sarà poi condannato a 3 anni e 4 mesi in una costola non secondaria del processo al clan Spada, ovvero quello sul controllo del litorale da parte degli addentellati del gruppo criminale subentrato ai Fasciani nella gestione dei lidi.

L’Osservatorio: ma le collusioni con imprenditori border-line non si fermano qui. Riportiamo parte dell’articolo pubblicato su L’espresso del 2 novembre 2017 a firma di GIOVANNI TIZIAN E STEFANO VERGINE

https://espresso.repubblica.it/attualita/2017/11/09/news/casapound-l-amico-spada-e-gli-affari-con-le-barche-1.313828

“La portavoce di CasaPound Ostia non è solo la compagna di Marsella, il candidato che ha ottenuto un discreto successo elettorale la scorsa settimana. Chiaraluce è soprattutto una donna d’impresa. C’è un filo, infatti, che la lega al potere economico locale. Un filo fatto di partecipazioni azionarie, posti in consigli d’amministrazione e amicizie con famiglie importanti.

Tra cortei, volantinaggio e passione per la politica, la dirigente neofascista naviga da esperta marinaia nel mondo economico. Del resto viene da una famiglia di imprenditori. Balneari e nautica, due settori che a Ostia contano parecchio. La famiglia di Chiaraluce ha uno storico rimessaggio di barche, in zona Tor Boacciana, una torre di epoca medioevale sul Tevere. Limitrofa, da un lato, alle rovine di Ostia antica e dall’altro alle case popolari di Nuova Ostia. Per arrivarci si percorre una strada che porta lo stesso cognome di Carlotta: via Tancredi Chiaraluce. Sia lei che il padre fanno parte di alcuni consorzi nautici.

La candidata di CasaPound è per esempio da sette anni consigliere nel “Cnl”, il Consorzio nautico del Lazio. Gruppo che riunisce alcuni grossi imprenditori del settore un tempo assai remunerativo e che oggi sta affrontando un flessione di fatturati. Al fianco di Chiaraluce, siede nel Cnl un pezzo da novanta della barche di lusso. Si chiama Massimo Guardigli della Comar Yacht. Brand noto, ultimamente finito al centro delle cronache per un’indagine della guardia di Finanza. Guardigli è infatti imputato per evasione fiscale da un milione di euro, commessa per sei anni consecutivi, secondo l’accusa, usando società basate nell’arcipelago offshore di Madeira. Il processo è in corso, prossima udienza i primi di dicembre. Insomma, Chiaraluce sembra avere le caratteristiche giuste per garantire a CasaPound consensi e relazioni con il mondo delle imprese.”

L’Osservatorio: come si può notare il periodo di riferimento è quello di “massimo splendore” del movimento dei fascisti del terzo millennio sul Litorale di Roma. Ma nel novembre del 2017 succede anche questo:

e quella che sembra essere la spacconata di un malavitoso si rivelerà essere l’inizio di un terremoto negli equilibri mafiosi di Ostia a seguito dei processi che nel corso degli anni a seguire vedrà la famiglia Spada pesantemente colpita da sentenze della magistratura.

E comunque anche il 2018 è costellato di “gesta eroiche” che porta Casapound spesso agli onori dei media e dei social, tasto sul quale spingono molto. Un iperattivismo dapprima tendente alle elezioni politiche del marzo 2018 (che si riveleranno un clamoroso tonfo, lo 0.9%) e successivamente alla sopravvivenza con una serie di iniziative di stampo squadristico come quelle al mercatino dei rom o agli ambulanti in spiaggia, alle assegnazioni di case popolari a “non italiani”, il tutto sotto lo sguardo benevolo del ministro dell’Interno Matteo Salvini.

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