L’Osservatorio: torniamo a parlare di CasaPound, perché molto si scrive sui sedicenti “fascisti del III millennio”; c’è interesse a capire la genesi di questo gruppo, e se ci sia continuità nei valori che lo ispirano con il fascismo del dopoguerra,quello che guarda ai miti mussoliniani prendendo linfa da ideologi e gruppi che hanno fatto la storia dell’internazionale nera in Italia e nel mondo.
Di seguito pubblichiamo stralci dell’abstract di uno studio presente in rete,che riassume in forma organica la genesi di CP. Pubblicato nel 2019 dal C-Rex (Centro Ricerche sull’estremismo) dell’UIO Università di Oslo. Lo studio ovviamente meriterebbe aggiornamenti in merito alle ultime evoluzioni di CP, ma riteniamo fornisca spunti di metodo e fonti qualificanti per trovare risposta alla domanda di molti,alla quale come Osservatorio abbiamo però trovato da tempo la risposta : CasaPound è la rappresentazione di un nuovo fenomeno politico con connotazioni proprie o si è solamente sostituita agli attori,ai partiti e ai movimenti del 900,considerati troppo ingombranti perché compromessi con trame e strategie che hanno segnato la storia della Repubblica ?
La risposta,che come Osservatorio ci siamo dati,coincide con le conclusioni del lavoro del C-Rex ,esiste un filo diretto che collega CasaPound alle esperienze del Centro Studi Ordine Nuovo,alla Nouvelle Droite ,a Terza Posizione ,ai Campi Hobbit ,al Centro Studi Orientamenti e Ricerca, a Sinergie Europee, alla Summer University. Un tramite reso possibile dalle solide connessioni politiche tra il leader di CPI Gianluca Iannone e i tre protagonisti della destra radicale italiana ed europea: Pino Rauti, Roberto Fiore e Gabriele Adinolfi.
A nostro avviso,nella formazione politica e soprattutto “nell’apparentamento” di Iannone con un certo fascismo storico meno teorico e più militante, citeremmo la vicinanza con un quarto personaggio, Rainaldo Graziani , fondatore di “Meridiano Zero” e figlio di Clemente fondatore del MPON ,leader della Legione Nera secondo Paolo Signorelli ,militante dei FAR (Fasci Azione Rivoluzionaria), nonché membro onorario dell’OAS ( Organisation Armee Secrete).
CasaPound Italia: “ torna a credere. Ricomincia a lottare ” studio a cura di Elisabetta Cassina Wolff
Abstract
Questo articolo vuole essere un contributo al dibattito in corso tra gli studiosi sulla questione se i partiti radicali di destra di recente formazione rappresentino un nuovo fenomeno e una rottura con la tradizione fascista o se rimangono vicini a un’ideologia fascista. L’autore si concentra su uno specifico partito nazionale radicale di destra: CasaPound Italia (CPI), fondato all’inizio di questo secolo, che si dichiara “fascista”.
Mentre gli studi esistenti insistono sull’intervento di fattori esterni come la crisi economica del 2008 per spiegare una nuova ‘ondata’ di radicalismo di destra in Italia, questo articolo mostrerà la costante evoluzione del discorso radicale di destra su un più lungo periodo storico. L’analisi approfondirà principalmente il ruolo ideologico e politico svolto da tre massimi esponenti della destra radicale italiana ed europea: Pino Rauti, Roberto Fiore e Gabriele Adinolfi. Attraverso uno stile narrativo, e utilizzando un approccio storico e un’analisi qualitativa, questo lavoro sostiene che le loro esperienze rappresentano le radici e le fonti del progetto di Gianluca Iannone con CPI.
Parole chiave: Italia ; neofascismo ; CasaPound Italia ; Centro Studi Ordine Nuovo ; Movimento Sociale-Fiamma Tricolore ; Terza Posizione ; Forza Nuova ; Centro Studi Orientamenti e Ricerca ; Sinergie Europee
Il radicalismo politico di destra come sfida ai principi, metodi e istituzioni della democrazia liberale, e come forma di protesta anti-establishment, è stato un fenomeno in crescita in Italia negli ultimi dieci anni. 1, 2, 3 Il populista Movimento Cinque Stelle [M5S] è molto critico nei confronti della democrazia rappresentativa e il partito Lega Nord [LN ], che ha definitivamente abbandonato la sua posizione regionalista anche cancellando “Nord” dal nome del partito, ha spostato la sua attenzione sulla propaganda politica anti-immigrazione, xenofoba e apertamente razzista. 4
Accanto ai suddetti partiti, (…), il panorama politico in Italia è anche caratterizzato dalla presenza di movimenti e organizzazioni extraparlamentari sempre più impegnati nel dibattito pubblico presentando argomenti e proposte radicali. Uno di questi è il movimento sociale e partito politico CasaPound Italia ( CPI ), fondato il 27 dicembre 2003, quando un gruppo di neofascisti guidati dal musicista punk Gianluca Iannone (1974-) occupò un palazzo di proprietà dello Stato vicino a Termini di Roma Stazione centrale. 5 A quel tempo, Iannone era noto al grande pubblico come il fondatore di ZetaZeroAlfa, una band punk fascista che dal 1997 suonava in un piccolo pub di Roma chiamato Cutty Sark, punto d’incontro dell’estrema destra romana. Il nome CasaPound aveva un grande significato simbolico, con un chiaro riferimento al poeta e modernista americano Ezra Pound, che scrisse molto durante la guerra contro l’affitto abitativo come usura, oltre che contro l’antisemitismo. 6 Pound era l’incarnazione della rivoluzione fascista ideale, intendendo con ciò la lotta contro la plutocrazia. Il simbolo del gruppo è una tartaruga stilizzata, che incarna il diritto alla casa. La tartaruga porta la propria casa ed è tra gli animali che vivono più a lungo. Ma questo simbolo si riferisce anche alla formazione romana chiamata “Testudo” (Testuggine), l’esercito di Roma che, nelle parole di CPI, aveva mostrato la grandezza e la forza dell’Impero, emanazione “di un ordine verticale e da un principio gerarchico”. 7 Contestualmente, la forma ottagonale ricorda il monumento storico Castel del Monte, voluto dall‘ “ultimo Cesare” in Italia, l’imperatore Federico II . La freccia è la stessa che troviamo nelle bandiere di altri movimenti di estrema destra in Europa, come quella del Movimento di Resistenza Nordica ( NRM,sciolto dalla Corte Suprema Finlandese perché propugnatore di principi contrari alla società democratica ) in Scandinavia.
Gli attivisti di CPI si sono dichiarati “i fascisti del nuovo millennio”, una definizione auto-scelta che è diventata una sorta di marchio politico. 8 Infatti, nel febbraio 2018, durante la campagna elettorale a Napoli, il portavoce del CPI Simone Di Stefano (1977-) ha dichiarato pubblicamente che il partito era il legittimo erede del fascismo italiano, come lo era stato il Movimento Sociale Italiano [ MSI ;1946–1995] fino alla sua dissoluzione. 9
Questo articolo vuole essere un contributo al dibattito in corso tra gli studiosi sulla questione se i partiti radicali / estremisti / neofascisti di recente formazione rappresentino un nuovo fenomeno e una rottura con la tradizione fascista o se rimangano vicini a un nucleo ideologico fascista. (…)
1 Storia recente di CasaPound Italia
Fino a pochi anni fa CPI si presentava come un “movimento politico organizzato come associazione di promozione sociale” e infatti sociologi come Di Nunzio e Toscano vedevano CPI principalmente come un movimento sociale nazionale. 10 I loro studi si sono concentrati sulla relazione tra l’individualità e l’esperienza di impegno collettivo, non solo negli incontri politici, ma anche nelle attività ricreative come concerti, socializzazione nei pub e nello sport. In questa prospettiva, la loro ricerca è volta a comprendere i limiti e le opportunità “che i militanti di CasaPound hanno nella loro ricerca di auto-realizzazione soggettiva”. 11 L’impegno del partito nella società copre infatti una vasta gamma di attività diverse, dall’occupazione di case alle proteste di strada contro i programmi di assistenza sociale e abitativa, dalle azioni da vigilantes contro i migranti non-regolari nelle periferie delle città italiane o contro i venditori ambulanti illegali sulle spiagge italiane, alla consulenza legale pro-bono e sanitaria, alle squadre di pronto soccorso, alle attività di raccolta fondi per popolazioni straniere,all’assistenza agli orfani e alle madri sole. I concerti sono ancora un importante strumento di comunicazione, come dimostra l’esperienza con gli ZetaZeroAlfa,la band di Iannone, ma non più il privilegiato. CPI è impegnata con una serie di club giovanili dedicati a sport come il paracadutismo e le arti marziali, e con gallerie d’arte e scuole di teatro.
L’Osservatorio : come parzialmente descritto nell’articolo la strategia di CPI di implementare le attività civili-sociali l’ha aiutata ad appannare la fama violenta che ne ha accompagnato la storia fin dalla nascita,aumentandone l’appeal in quanto attiva nel sociale e apparentemente estranea ai giochi della politica tradizionale,anche se sappiamo che CPI non ha disdegnato nel corso della sua esistenza l’ingresso in formazioni e alleanze politiche a esclusivi fini elettorali ( da MSI-FT Movimento Sociale Italiano-Fiamma Tricolore,alla alleanza con La Lega fino al più recente pronunciamento di apparentamento elettorale con Fratelli d’Italia ( FdI ). L’articolo ha il merito di fotografare così come sono realmente concepite nella strategia di costruzione del consenso, quelle attività filantropiche o di assistenza sociale di CPI, che nella realtà sono “discriminatorie” perché esclusivamente dedicate a Italiani, così come funzionali all’indottrinamento politico sono le attività esercitate sportive e ludiche collaterali.
Tuttavia, le analisi scientifiche sul ruolo della violenza in CPI ci portano a dare per scontato che CPI rappresenta ancora non solo quella radicale, ma anche la destra estrema in Italia. 13 Si giunge a tale conclusione tenendo conto dei criteri di Cas Mudde utili per una differenziazione tra destra radicale ed estrema destra, cioè tra la critica dei principi democratici liberali e l’opposizione all’ordinamento costituzionale. 14 In Italia “apologia del fascismo” è infatti un crimine, secondo la Legge Scelba del 1952, che fa riferimento alla Costituzione italiana 15 e sebbene l’indagare le ragioni per le quali CPI non si perseguita dalla legge non sia pertinente agli scopi di questo articolo, possiamo almeno tenere presente che CPI sta chiaramente sfidando l’ordinamento costituzionale italiano.
CPI ha fatto enormi miglioramenti in termini di apertura e reclutamento negli ultimi anni. Il partito contava circa tremila iscritti nel 2014. 16 A dicembre 2017, CPI aveva 106 sedi / uffici locali solo in Italia, in tutte le regioni italiane. A gennaio 2018, l’account Facebook CasaPound Italia aveva 230.000 follower. Non c’è dubbio che CPI abbia investito molto in una maggiore visibilità attraverso canali di comunicazione e diffusione innovativi come i social media e la carta stampata, oltre alla casa editrice Altaforte, alla web radio (Black Flag Radio) e alla web tv canale (Tortuga TV). La rivista ufficiale più importante del partito oggi è Il Primato Nazionale – quotidiano sovranista, facilmente disponibile sul web ( e in edicola ) 17 La nuova strategia volta ad aumentare la propria legittimazione ha infatti portato risultati in termini di (positiva) attenzione pubblica. 18 Infatti, alle elezioni nazionali del marzo 2018 il partito ha ottenuto lo 0,94% (310.793 voti) per la Camera dei Deputati. CPI non è entrato in parlamento, ma questi numeri vanno confrontati con lo 0,14% (47.911 voti) ottenuto alle elezioni parlamentari nazionali del febbraio 2013 per la Camera dei Deputati. 19 Ancora più importante, il partito ha saputo influenzare il discorso pubblico a tal punto che lo slogan di CPI ‘ Prima gli italiani!’ è diventato lo slogan della Lega che ha poi portato Matteo Salvini al governo.
2 Obiettivi e metodo di questa ricerca

Attingendo alla letteratura esistente che copre principalmente gli aspetti attitudinali, organizzativi e comunicativi di CPI dal 2003, questo articolo intende approfondire l’aspetto ideologico del partito da una prospettiva storica a lungo termine che è complementare al metodo delle altre scienze sociali. Il mio studio parte dall’affermazione che CPI si riferisce sia a una tradizione fascista secolare sia al fascismo storico, cioè l’esperienza italiana tra le due guerre, come sua principale fonte ideologica. 20 In particolare, tutti gli studiosi hanno osservato che la retorica di CPI si riferisce spesso alla natura rivoluzionaria del partito al di là delle tradizionali categorie di destra e sinistra, riflettendo la propaganda fascista del movimento fascista (1919-1922) e della Repubblica di Salò (1943-1945). 21 In effetti, la dimensione socioeconomica del discorso ideologico di CPI è direttamente ispirata dalla corrente sociale (di sinistra) che è sempre esistita nel fascismo e nel neofascismo italiano. 22 Il partito fa principalmente riferimento alla legislazione sociale e del lavoro del regime: la Carta del lavoro del 1927, il Manifesto di Verona del 1943, e in generale tutti i documenti che testimoniano l’impegno dei fascisti nella politica sociale, corporativismo e socializzazione. 23 Contestualizzando la crescente popolarità di CPI riferendosi sia alla crisi finanziaria successiva al 2008 che a quella politica seguita al licenziamento dell’ultimo governo di Berlusconi, Castelli Gattinara e Froio sono tra coloro che hanno individuato la tipica politica della “terza via” di CPI :“il rifiuto delle teorie economiche neo-liberiste e la difesa neo-nazionalista dei diritti dei lavoratori “. 24 Inoltre, gli studiosi hanno dimostrato l’influenza del discorso anti-capitalista e anticomunista del poeta Ezra Pound esercitato su CPI , così come sul fascismo e sul neofascismo. 25
Tuttavia, meno attenzione è stata prestata dagli studiosi ad aspetti cruciali nell’ideologia odierna come euro-scetticismo, anti-globalismo / mondialismo, anti-sionismo e razzismo nei suoi nuovi vestiti: razzismo culturale, nazionalismo basato sul discorso identitario (etno-nazionalismo) e “sciovinismo del welfare”. Un altro aspetto che è stato toccato solo marginalmente è la natura meta-politica delle attività culturali di CPI come conferenze e incontri aperti. CPI da anni si occupa di una missione contro-culturale, in linea con la dottrina di Gramsci secondo la quale una rivoluzione culturale deve precedere una politica. Tenendo presente questo, è a prima vista evidente che l’ideologia di CPI non è solo radicata nella tradizione fascista del periodo tra le due guerre, ma anche in espressioni più recenti di questa tradizione, come il Movimento Identitario. In particolare, di Nunzio, Toscano, Albanese, Castelli Gattinara e Froio citano la rilevanza di tre precedenti esperienze all’interno della destra radicale: non solo la “Nouvelle Droite” 26 francese di Alain de Benoist, ma anche la Destra Sociale italiana e Ordine Nuovo , 27 percorso di ricerca questo non del tutto esplorato.
Questo articolo mostrerà l’evoluzione costante del discorso radicale di destra – ovviamente caratterizzato sia dalla continuità che dal cambiamento – in un periodo storico più lungo. Ciò significa tornare agli anni ’50 e guardare alle ramificazioni del neofascismo italiano da questo periodo fino ai giorni nostri attraverso un insieme di think-tank, circoli / istituti culturali, case editrici e riviste.
In particolare, desidero esaminare più da vicino tre fenomeni politici. Sono tutti rappresentativi del neofascismo italiano dopo il 1945 e rilevanti per la comprensione di CasaPound Italia :1. il circolo politico Centro Studi Ordine Nuovo [ CSON ] e il partito Movimento Sociale-Fiamma Tricolore[MSI-FT] guidato da Pino Rauti; 2.il movimento Terza Posizione (TP) e il partito Forza Nuova [FN] guidato da Roberto Fiore; 3.i circoli culturali che si sono raggruppati intorno a “Sinergie Europee” e alla “Summer University”, promossa da Gabriele Adinolfi.
L’analisi esaminerà principalmente le connessioni politiche tra il leader di CPI Gianluca Iannone e i tre precedenti e / o contemporanei massimi esponenti della destra radicale italiana ed europea: Pino Rauti, Roberto Fiore e Gabriele Adinolfi. Infatti, all’epoca in cui Gianluca Iannone occupò per la prima volta l’edificio di Via Napolone nel 2003, aveva legami,e proveniva da un ambiente ovviamente precedente CasaPound. Questo articolo sostiene che le loro esperienze rappresentano le radici e le fonti del progetto di Iannone con il CPI .
Per quanto riguarda la metodologia e le fonti, il mio lavoro utilizza un approccio storico-qualitativo per esaminare modelli di continuità e / o discontinuità all’interno della destra radicale italiana. Da un lato, attingo alla letteratura esistente pubblicata in inglese, francese e italiano. Dall’altro, svolgo analisi di testi sui contenuti di pubblicazioni interne alla destra radicale italiana. Il lavoro sulle fonti scritte è stato supportato da osservazioni fatte durante verifiche in loco a Roma, nel maggio 2017 e nel maggio 2018. Particolare attenzione è inoltre riservata ai dati biografici che contribuiscono a gettare luce non solo sul ruolo dell’individuo, ma anche sul collegamenti, nazionali e transnazionali, tra persone, gruppi e partiti.
3 Pino Rauti, Centro Studi Ordine Nuovo e Fiamma Tricolore
Pino Rauti (1926–2012) è stato uno dei giovani volontari della repubblica filo-nazista di Salò (1943-1945) e per anni uno dei leader della corrente “intellettuale-aristocratica” all’interno del MSI negli anni Quaranta e Cinquanta, ispirata al filosofo tradizionalista Julius Evola. 28 Questa fazione di minoranza radicale di destra era in contrasto con i sostenitori della direzione del partito, politici pragmatici come Giorgio Almirante, che ha collaborato con il Partito Democratico Cristiano al governo. 29 Era una fazione minore, anche in confronto a quell’ala “di sinistra” dell’MSI, che sosteneva riforme sociali radicali ispirate al corporativismo fascista e una sorta di terza via nella politica estera, in opposizione sia alla Comunità economica europea che alla NATO . 30 I giovani “elitari radicali” pensavano che il partito fosse troppo strettamente associato al sistema democratico liberale. 31 Quando Evola pubblicò “Orientamenti” nel 1950 e “Gli uomini e le rovine” nel 1953, 32 i suoi giovani discepoli non potevano non identificarsi con gli uomini con “spirito guerriero” che resistevano tra le rovine ,in rivolta contro il mondo moderno, anche dopo che la battaglia era stata persa.
Nel novembre 1953, Pino Rauti riunì il gruppo di coloro che erano “immuni ai virus democratici” 33 e si oppose ferocemente a qualsiasi compromesso con l’establishment. Nel 1954 fonda ufficiosamente il Centro Studi Ordine Nuovo [ con ]. 34 Nel novembre 1956, in occasione del quinto congresso nazionale del partito, Rauti e ottantasette seguaci dell’intransigente fazione evoliana lasciarono il MSI per perseguire più facilmente un “nuovo ordine”. 35 L’obiettivo proclamato era “tentare la restaurazione dei valori distrutti e confusi dall’anarchismo plebeo del mondo moderno”. 36 Inoltre, erano pronti a difendere “i resti della tradizione sopravvissuti all’esplosione del bubbone del 1789 che aveva diffuso il pus plebeo in tutto il mondo”. 37 Ciò significava che un’élite – “un Ordine di guerrieri e credenti”, “l’antico Ordine cavalleresco”, “uomini in piedi tra le rovine” 38 – avrebbe dovuto difendere i “principi spirituali” 39 della tradizione ispirati dalla filosofia di Evola: autorità, gerarchia, disciplina e ordine.
Piero Ignazi sostiene che dal 1954 è possibile fare una distinzione teorica in Italia tra una destra istituzionalizzata – il MSI – e una destra extraparlamentare radicale o “rivoluzionaria” (loro parole). 40 La distinzione è davvero teorica e accademica; le stesse persone entravano e uscivano continuamente dal MSI e la contrapposizione tra attività parlamentare e non parlamentare non era mai netta. Infatti, come dice Roberto Chiarini, il CSON ha lavorato intensamente con un’elaborazione culturale e ideologica che ha permesso di attualizzare l’eredità politica del fascismo storico. 41
Il CSON è stato ufficialmente istituito nel gennaio 1957 come think tank per la discussione ideologico-dottrinale e la diffusione della dottrina della destra radicale. 42 È legittimo affermare che il CSON è stato per oltre un decennio il più importante gruppo extraparlamentare di destra a opporsi alla linea moderata del MSI , pur sempre in contatto con il partito-madre. Aveva circa 3.500 militanti nel 1966 e tra i dieci e gli undicimila membri. La maggior parte di questi aderenti erano a Roma e nel sud (Sicilia), così come in alcune città del nord come Milano e Padova. 43 Ha pubblicato riviste teoriche come Ordine Nuovo: Mensile di politica rivoluzionaria (1955-1965) e bollettini meno teorici e più militanti come “Noi Europa: Periodico per l’ordine nuovo” (1966-1968 , solo 10 numeri ) .
Il CSON era più di un circolo intellettuale per la destra radicale italiana. Ricerche accademiche e indagini giudiziarie hanno confermato i legami, in Italia e all’estero, tra CSON da un lato e gruppi cospiratori e apparati e agenzie statali dall’altro. 44 Non solo Pino Rauti fu tra i promotori della cosiddetta ‘Fascista’ o ‘Internazionale nera’, che si riunì a Roma nel 1950 e a Malmö nel 1951. 45 Fu anche membro della rete di destra “Jeune Europe” e di “Nouveaux Ordre Européen” [ NOE], fondata a Zurigo nel 1951: una sorta di organizzazione ombrello che riuniva tutti i neofascisti e gli estremisti europei affiliati a gruppi paramilitari e sovversivi pronti a impegnarsi nella violenza politica. 46 Almeno dal 1960 CSON divenne l’interlocutore italiano dei servizi segreti spagnoli e portoghesi, dai quali riceveva sostegno finanziario, ai quali vendevano armi e con cui organizzavano campi paramilitari. 47 La caratteristica più peculiare del centro era infatti il suo contatto con la destra radicale ed estrema europea: Otto Skorzeny, Leon Degrelle, l’ Organizzazione francese de l’Armée Sécrete ( OAS ). Inoltre, CSON ha collaborato con il SID (Servizio Informazioni Difesa italiano, anticomunista). 48 Infine, Rauti fu dal 1967 corrispondente dell’ Aginter Press, l’agenzia di stampa che tra il 1962 e il 1965 ha creato una rete di informatori legati alla CIA e ai servizi di sicurezza della Germania Ovest, Grecia, Spagna e Sud Africa. 49 Durante gli anni Sessanta il CSON e il suo leader Pino Rauti furono infatti tra i protagonisti di un’oscura fase storica della storia italiana caratterizzata da numerosi tentativi di colpo di stato. 50
Tuttavia, nell’ambito della presente ricerca, è l’attività culturale del CSON il nostro principale interesse. Il Centro ha avviato una serie di conferenze, corsi, seminari e stage che negli anni successivi sono diventati il modello per molti raduni meta-politici all’interno della destra radicale italiana. I temi principali andavano da una presunta guerra santa in difesa dei valori tradizionali e contro la plutocrazia come forza sovversiva, a una rivolta ideologica contro il mondo moderno al di là della lotta Est-Ovest. L’ultimo nonostante il centro fosse ben integrato in una rete europea e americana pronta a combattere le forze comuniste ovunque dovessero apparire.
Il CSON è importante per almeno due motivi. In primo luogo, dal 1956 al 1969, è stato un importante veicolo per la diffusione dei principali principi di Evola: anti-americanismo; anticomunismo; elitarismo; razzismo “spirituale”; e rivolta contro il mondo moderno, cioè contro il razionalismo, l’Illuminismo, il positivismo, l’egualitarismo, l’individualismo, l’edonismo e il materialismo. Ha fornito come tali linee guida ideologiche per le giovani generazioni di militanti di destra. In secondo luogo, ha interagito con iniziative simili all’estero, soprattutto in Francia. Gli articoli della rivista mensile francese “Défense de l’Occident”, pubblicata da Maurice Bardèche dal 1952, sono stati spesso citati e recensiti dalle riviste di Rauti e viceversa. 51 Le attività meta-politiche del Centro hanno preceduto la pubblicazione del periodico francese “Europe-Action” (1963-1967), l’istituzione del movimento extraparlamentare francese di estrema destra Ordre Nouveaux (1969-1973) 52 e l’istituzione del think-tank francese GRECE( Groupement de recherche et d’études pour la civilization européenne , 1968-). 53
Un importante contributo alla destra radicale italiana ed europea fu un nuovo indirizzo ideologico dagli autori tradizionali e nazionali del fascismo storico (Benito Mussolini e Giovanni Gentile) ad autori nuovi e più noti a livello internazionale. 54 Il maestro Evola ha fatto conoscere ai suoi lettori le idee di Oswald Spengler, René Guénon e Alfred Rosenberg. Ha anche presentato i neofascisti italiani a Charles Maurras, leader dell’Action Française francese e Arthur Moeller van den Bruck, ideologo della destra nazionalista e radicale tedesca negli anni ’20 e autore di Das Dritte Reich (1923) che ha avuto una forte influenza il regime nazista. 55 Allo stesso tempo, il CSON contribuì a diffondere la conoscenza delle variegate espressioni europee del fascismo, prima e dopo la sconfitta militare del 1945: la Falange spagnola e José Antonio Primo De Rivera, la Legione romena dell’Arcangelo Gabriele e Corneliu Zelea Codreanu, i norvegesi Knut Hamsun e Vidkun Quisling, il belga Leon Degrelle, gli intellettuali francesi Pierre Drieu La Rochelle e Robert Brasillach. 56
Tutti questi nomi si ritrovano nei dipinti sui muri d’ingresso della sede di CPI in via Napoleone III a Roma.
Insieme ai riferimenti che hanno illustrato la battaglia dell’Occidente durante gli anni ’50 e ’60 – i soldati dell’OAS francese , gli eserciti coloniali europei in Sud Africa e in Rhodesia – il CSON ha fatto riferimenti storici diretti alle SS tedesche: ” Il sangue ariano delle SS è ancora caldo e così quello dei Kamikaze,dei Legionari Neri e di quello delle Guardie di Ferro cadute in nome e per l’eterno “Nuovo Ordine” . 57 Un altro importante contributo al discorso della destra radicale italiana ed europea è stata l’elaborazione di una teoria del “fascismo generale”; questo descriveva una “destra radicale” contraria alla democrazia e alla modernità. Di nuovo, l’ispirazione è venuta dagli articoli degli anni ’50 di Evola, le cui idee sono state ulteriormente sviluppate nel suo libro “Il fascismo” del 1964, 58 contemporaneamente il direttore francese della rivista “Défense de l’Occident” , Maurice Bardèche, in contatto con il gruppo italiano Evoliano, pubblicò “Qu’est-ce que le fascisme?” nel 1961. 59 L’interpretazione di Evola del fascismo come nuovo mito per il ventesimo secolo e come nuovo paradigma culturale rivoluzionario dei valori tradizionali in opposizione a quelli della Rivoluzione francese – pubblicata nello stesso periodo della famosa teoria di George Mosse 60 – ha dato un nuovo potenziale al fascismo,inteso come idea che può sopravvivere a qualsiasi perdita militare o a battute d’arresto politiche a breve termine. 61Successivamente, gli eventi del 1968 hanno fornito ulteriori argomenti a sostegno di un discorso intellettuale incentrato sulla decadenza morale considerata come conseguenza dell’egemonia culturale della sinistra umanitaria, globalista e marxista. 62 Il fascismo sarebbe l’ultima controrivoluzione culturale.
Inoltre, la teoria del “fascismo generale” portava alla convinzione che il fascismo non fosse correlato all’idea di patria, coltivata dal fascismo storico, ma all’idea di una nazione ideale. Questa nazione trascende i confini fisici e include tutte le persone che sono fedeli alla tradizione. La “nazione spirituale”, secondo Evola, era composta da tutti coloro che hanno a cuore la stessa visione della vita e si attengono alle stesse regole interiori. È quindi pensato per essere composto da tutti coloro che credono nei valori tradizionali e appartengono allo stesso ordine. 63 Questa percezione di “nazione” divenne particolarmente popolare tra i radicali di estrema destra europei che negli anni ’50 e ’60 non avevano alcuna possibilità di ottenere il potere nei rispettivi paesi e, quindi, cercavano la legittimità stabilendo contatti oltre i confini. 64 Come disse uno dei fondatori del CSON : “La nostra patria è ovunque si svolga la lotta per l’Idea”. 65 Infine, ma non meno importante, la CSON era in linea con la destra radicale francese quando questa avviò una discussione sul razzismo e l’antirazzismo e sulla necessità di passare dalle definizioni biologiche a quelle culturali delle ‘differenze’ tra gruppi etnici (differenziale culturale) . Come dimostrato da Pauline Picco, che si è concentrata sul discorso antisemita e razzista della destra radicale francese e italiana, ci sono state discussioni parallele sulla rivista neofascista semi-clandestina italiana “Ordine Nuovo” e sulla rivista francese “Défense de l’Occident” . 66
Gli autori neofascisti italiani rifiutavano il determinismo biologico del razzismo tra le due guerre e abbracciavano la dottrina secondo la quale le razze superiori non sono create da persone con specifiche proprietà biologiche, ma da persone con caratteristiche ‘spirituali’: uomini capaci di mostrare un carattere forte , per governarsi e dominare le proprie passioni. Tali uomini seguirebbero “naturalmente” i valori della tradizione. Si riferivano a “una visione aristocratica e gerarchica del mondo” in cui esiste “una dottrina organica e spirituale delle razze”. 67 Il razzismo è etichettato come una “forza-idea”, un “mito” in grado di creare “nuove forme di civiltà, nuovi stati e prima di tutto uomini nuovi”. 68 In Ordine Nuovo, la critica al razzismo biologico di Rosenberg non contraddiceva l’ammirazione della rivista per il regime nazista; si riferiva apertamente ai Cavalieri Teutonici come a un mito fondante del nazionalsocialismo. 69 Infatti in Evola il concetto di razza è apertamente legato alla razza ariana, incarnata dalle caste guerriere e dai soldati come i Samurai o i Templari medievali.
In particolare, Evola in “Rivolta contro il mondo moderno” del 1934 aveva introdotto il concetto di ‘differenziazione qualitativa’ (la ‘personalità differenziata’), cioè disuguaglianza tra le persone, accanto alla solidarietà in una società organizzata gerarchicamente. 70 Questo concetto, insieme ad altri – uomini mai spezzati, spirito legionario, aristocrazia, gerarchia, governo d’élite, guerrieri politici e guerra santa – entrò nel discorso politico della destra radicale italiana nello stesso momento in cui la Francia stava lottando con la decolonizzazione , la guerra in Algeria e la prima ondata migratoria nordafricana. 71 Pur abbandonando il razzismo biologico del periodo tra le due guerre, sia Ordine Nuovo che “La Défense de l’Occident “ hanno optato per un razzismo “spirituale” che di fatto ha avuto gravi conseguenze teoriche e pratiche.
Su un piano teorico, il razzismo “spirituale” costruito sul concetto italiano di “differenziazione qualitativa” (la “personalità differenziata”) o sul concetto francese di ” différentialisme ” si è evoluto in seguito nella sofisticata ideologia “comunitarista-differenziale” della “Nouvelle Droite” , che ha sostituito tutte le versioni rozze del razzismo biologico. 72 Questa ideologia, che rivendica il diritto di portare avanti una politica identitaria in opposizione alla globalizzazione e all’omogeneizzazione nonché al multiculturalismo liberale, è infatti oggi dominante nell’estrema destra europea, non ultimo in CasaPound Italia. Come dimostra Alberto Spektorowski, l’idea del differenziale culturale non è altro che una nuova espressione dell’assertività e della superiorità europea. 73
Su un piano pratico, una distinzione tra le razze, ora chiamate gruppi etnici, non scomparve. Al contrario, i neofascisti insistevano su una gerarchia di razze basata su criteri culturali. Pauline Picco mostra come, passando dagli anni Cinquanta agli anni Sessanta, si sia evoluto il discorso razzista in Ordine Nuovo . 74 Fino al 1960, le razze inferiori erano ancora esemplificate dagli “ebrei”, in quanto incarnavano l’avido spirito mercantile e incarnavano la plutocrazia, la democrazia, il globalismo e la decadenza del mondo moderno. Questo discorso includeva teorie del complotto su un presunto piano ebraico per la conquista del mondo, con riferimenti ai “Protocolli degli anziani di Sion”, antisionismo, revisionismo storico – negazione dell’Olocausto – e dichiarazioni a favore della causa palestinese. Dopo il 1960, i neofascisti italiani, influenzati dai loro colleghi francesi della “Défense de l’Occident” che stavano affrontando “l’invasione afro-asiatica” del mondo occidentale, iniziarono a ritrarre nuovi “nemici”: i neri e gli arabi.
Infine, l ‘”uomo differenziato” potrebbe anche essere associato a un militante estremista di destra che lotta per la legge e l’ordine, contro il sistema democratico liberale. Infatti, nel 1969, quando Rauti decise di tornare al MSI , diversi giovani neofascisti del gruppo Evoliano adottarono una posizione più militante e un gruppo minore finanziò l’estremista Movimento Politico Ordine Nuovo [ MPON o semplicemente ON, 1969–1973]. 75 Concordo con Franco Ferraresi quando afferma che dovremmo vedere Ordine Nuovo come un fenomeno unitario dal 1954 al 1973, per la “profonda continuità ideologica e personale”. 76 ON rappresentava infatti il trait d’union tra la frazione più radicale del neofascismo degli anni Quaranta, Cinquanta e Sessanta e il terrorismo di destra degli anni Settanta. 77
Dopo essere rientrato nell’Msi nel 1969, dove è stato accolto nel comitato centrale del partito, Rauti è entrato in parlamento come deputato dell’Msi . Allo stesso tempo, ha dovuto difendersi da diverse accuse di coinvolgimento personale in atti terroristici. Non è mai stato condannato per alcuna accusa, anche se i giudici hanno messo in dubbio la sua responsabilità morale per le violenze perpetrate dalle frange estremiste del neofascismo italiano. Durante gli anni ’70, si è avvicinato sempre di più alla fazione sociale all’interno dell’MSI . In tal modo ha contribuito a creare un’alleanza tra il tradizionalismo evoliano e il razzismo “spirituale”, non ultimo l’autoritarismo e la preoccupazione per le questioni sociali. 78In particolare, fino agli anni Ottanta, Rauti ha promosso una strategia di resistenza a lungo termine contro il marxismo culturale; si riferiva ora alla terza via di sinistra del movimento fascista e della Repubblica di Salò. Inoltre, Rauti ha insistito su una via “alternativa” sia al capitalismo liberale che al comunismo marxista, anticipando lo slogan ” Per una alternativa ” adottato da CasaPound Italia quarant’anni dopo. 79 Vale la pena notare che molti riferimenti ideologici presenti nella letteratura CPI oggi, come il comunista Nicola Bombacci (*), l’economista Giuseppe Solaro, i politici Carlo Costamagna, Angelo Tarchi e Stanis Ruinas, derivano dalla diffusione degli anni Ottanta della storia fascista.
(*) L’Osservatorio : Nicola Bombacci,sodale di Mussolini nel Partito Socialista,tra i fondatori del Partito Comunista,finito poi a rappresentare quel “ fascismo di sinistra” che lo portò ad aderire alla Repubblica Sociale di Salò per poi finire con Mussolini e gli altri gerarchi a Piazzale Loreto.
Nel 1990 Rauti riuscì a diventare segretario generale del MSI, ma Gianfranco Fini lo estromise solo un anno dopo. Sotto la nuova guida, l’ MSI abbandona definitivamente l’anticapitalismo, il corporativismo e la terza via (sia in termini economici che di politica estera) a favore di una posizione neoliberista che rendeva possibile l’alleanza politica con Silvio Berlusconi e il potere governativo. 80 Mentre il MSI sceglieva la moderazione – la cosiddetta “svolta” al congresso di Fiuggi nel gennaio del 1995 – che avrebbe avviato la sua irreversibile trasformazione in partito nazional-conservatore Alleanza Nazionale(AN), Rauti rifiutò il processo di normalizzazione all’interno dell’estrema destra italiana e rilanciò l’eredità storica del fascismo. 81 Due mesi dopo il Congresso di Fiuggi, nel marzo 1995, fondò il partito neofascista Movimento Sociale-Fiamma Tricolore (FT). A questo proposito è interessante annotare che in un’intervista pubblicata lo stesso anno, Rauti abbia espresso la sua ammirazione per Ezra Pound: «il più grande poeta del ventesimo secolo; “Il nostro” poeta “. 82 Il razzismo “spirituale” e la terza via di Rauti è stato semplicemente trasferito a FT, dove ha continuato a sostenere la socializzazione e una riforma corporativa del Senato italiano, insieme a idee di etno-pluralismo, uno stato forte e di cultura occidentale organica e autoritaria. In altre parole,FT è stato ideologicamente il legittimo precursore di CPI. Anche se debole dal punto di vista elettorale, questo partito ha saputo mantenere viva la lealtà dei suoi seguaci, specialmente verso gli ex soldati del fascismo, le fanatiche e violente camicie nere. Tuttavia, l’intransigenza ideologica è accompagnata dal realismo politico. Grazie ad una serie di alleanze elettorali strategiche con la coalizione di centrodestra di Silvio Berlusconi, Rauti ha conquistato un seggio al Parlamento europeo dal 1994 al 1999.
Espulso nel 2004 dal partito che aveva creato, lo storico leader neofascista offrì il suo sostegno a Roberto Fiore e al suo partito Forza Nuova .
segue …
1Lo slogan ‘ Torna a credere. Ricomincia a lottare ‘si trova nell’opuscolo Questa è CasaPound Italia 2, consultato il 2 aprile 2019, https://www.docdroid.net/iEyLzrj/brochurechisiamo.pdf.
2Sia il Dipartimento di Archeologia, Conservazione e Storia, sia C-REX hanno contribuito finanziariamente alla stesura di questo articolo.
3Per una definizione dettagliata del radicalismo di destra come ultranazionalismo opposto alla democrazia pluralista, all’individualismo e all’universalismo, vedere: Michael Minkenberg, ‘The Renewal of the Radical Right: Between Modernity and Anti-Modernity, Government and Opposition 35, no. 2 (2000): 174.
4Il lavoro curato da Filippo Tronconi su M5S è il più completo sull’argomento: Il Movimento Cinque Stelle di Beppe Grillo: Organizzazione, Comunicazione e Ideologia (Farnham: Ashgate, 2015). Sulla Lega Nord c’è una immensa letteratura che tratta dei tratti sia radicali che populisti di questo partito in continua evoluzione. Vedi ad esempio i lavori di Anna Cento Bull e Daniele Albertazzi.
5Come introduzione a cpi , e per una comprensione delle loro attività politiche e apolitiche dal 2003, vedi: Elia Rosati, CasaPound Italia: Fascisti del Terzo Millennio (Milano: Mimesis Edizioni, 2018); Maddalena Gretel Cammelli, Fascisti del Terzo Millennio: Per un’antropologia di CasaPound (Verona: Ombre Corte, 2015); Matteo Albanese, Giorgia Bulli, Pietro Castelli Gattinara e Caterina Froio, Fascisti di un altro millennio? Crisi e partecipazione a CasaPound Italia (Acireale / Roma: Bonanno Editore, 2014); Heiko Koch, CasaPound Italia: Mussolinis Erben (Münster: Unrest-Verlag, 2013); Daniele di Nunzio ed Emanuele Toscano Dentro e fuori CasaPound: Capire il fascismo del terzo millennio (Roma: Armando Editore, 2011).
6Vedi Tim Redman, Ezra Pound and Italian Fascism (New York: Cambridge University Press, 1991); Matthew Feldman, Propaganda fascista di Ezra Pound, 1935-1945 (Basingstoke: Palgrave, 2013).
7‘Il Simbolo,’ Casapounditalia.org , accesso 10 febbraio 2019, https://www.casapounditalia.org/p/il-simbolo.html .
8Simona Brandolini, ‘Il leader di CasaPound: “È vero, siamo fascisti. Ma del terzo millennio ”, ‘ Il Corriere del Mezzogiorno , 1 ottobre 2009; Alessandro Capriccioli, ‘Roma, CasaPound spiazza tutti,’ L’Espresso , 8 febbraio 2012.
9‘Di Stefano: “Casapound è l’erede del fascismo” e in sala scatta la standing ovation,’ Youtube , 18 febbraio 2018, accesso 20 febbraio 2018, https://www.youtube.com/watch?v=A2M6UpclVCk&feature = youtu.be . Su msi vedi: Nicola Rao, Trilogia della celtica (Milano: Sperling & Kupfer, 2014); Elisabetta Cassina Wolff, L’inchiostro dei vinti: Stampa e ideologia fascista 1945–1953 (Milano: Mursia, 2012); Giuseppe Parlato, Fascisti senza Mussolini: Le origini del neofascismo in Italia, 1943-1948 (Bologna: Il Mulino, 2006); Alessandro Tarchi, Esuli in patria: I fascisti nell’Italia repubblicana (Parma: Guanda, 1995); Piero Ignazi,Il polo escluso: Profilo storico del Movimento sociale italiano (Bologna: il Mulino 1998 [1989]).
10Vedi: Emanuele Toscano, ‘The Rise of Italian Populism and “Fascists of the Third Millennium” in the Age of Migration and Security,’ in The Securitisation of Migration in the EU: Debates since 9/11 , ed. Gabriella Lazaridis e Wadia Khursheed (Basingstoke: Palgrave, 2015), 167–183; Daniele di Nunzio ed Emanuele Toscano, ‘Taking Everything Back: CasaPound, a Far Right Movement in Italy,’ in Reimagining Social Movements from Collectives to Individuals , ed. Antimo Farro e Henri Lustiger-Thaler (Farnham: Ashgate, 2014), 251-262; Daniele di Nunzio e Emanuele Toscano, ‘Il movimento CasaPound: L’affermazione dell’individuo ei limiti della democrazia,’ Rassegna Italiana di Sociolo gia 53, no. 4 (2012): 631–659.
11Di Nunzio e Toscano, “Riprendendo tutto”, 251.
12Kristian A. Bjørkelo, ‘The New Fascists’, Hate Speech International , 27 gennaio 2015, 3.
13Pietro Castelli Gattinara e Caterina Froio, “Discourse and Practice of Violence in the Italian Extreme Right: Frames, Symbols, and Identity-Building in CasaPound Italia,” International Journal of Conflict and Violence 8, no. 1 (2014): 158–159.
14Cas Mudde, “The War of Words Defining the Extreme Right Party Family”, West European Politics 19, 2 (1996): 230–231.
15La xii disposizione finale della Costituzione italiana vieta la riorganizzazione del partito fascista. La Legge Scelba n. 645 del 20 giugno 1952, ha introdotto il reato di “apologia del fascismo”.
16Di Nunzio e Toscano, “Riprendendo tutto”, 252.
17https://www.ilprimatonazionale.it/.
18Si veda: Pietro Castelli Gattinara e Caterina Froio, “Azioni sociali dirette nelle mobilitazioni di estrema destra: incentivi ideologici, strategici e organizzativi nella destra neofascista italiana,” Partecipazione e conflitto 9, n. 3 (2016): 1040-1066; Pietro Castelli Gattinara e Caterina Froio, ‘Comunicazione del terzo millennio? La politica mediatizzata di CasaPound Italia, ‘ Comunicazione Politica 1 (aprile 2017): 55-76.
19Dati Ministero dell’Interno: http://elezioni.interno.it/.
20Cammelli, Fascisti del Terzo Millennio , pp. 25-55; Pietro Castelli Gattinara e Caterina Froio, “Neo-Fascist Mobilization in Contemporary Italy: Ideology and Repertoire of Action of CasaPound Italia”, Journal for Deradicalization 2 (2015): 86–118; Pietro Castelli Gattinara, Caterina Froio e Matteo Albanese, ‘The Appeal of Neo-Fascism in Times of Crisis: The Experience of CasaPound Italia,’ Fascism: Journal of Comparative Fascist Studies 2 (2013): 234–258, https: // doi .org / 10.1163 / 22116257-00202007.
21Quest’ultimo era l’incarnazione dell’ala intransigente, rivoluzionaria, anticapitalista, ‘socializzante’, antisemita e razzista del fascismo storico, in opposizione all’ala moderata, conservatrice, clericale e favorevole ai capitalisti che ha dominato il regime dal 1922 al 1922. 1943.
22Giuseppe Parlato, La sinistra fascista: Storia di un progetto mancato (Bologna: il Mulino, 2000); Wolff, L’inchiostro dei vinti .
23Adriano Scianca, Riprendersi tutto: Le parole di CasaPound: 40 progetti per una rivoluzione in atto (Cusano Milanino: Società Editrice Barbarossa, 2011), 161–172. Il Manifesto di Verona enunciava il progetto di “socializzazione delle imprese e dei mezzi di produzione” contrario alla nazionalizzazione.
24Castelli Gattinara e Froio, “Neo-Fascist Mobilization in Contemporary Italy”, 92.
25Andrea Rinaldi e Matthew Feldman, ‘“Penny-wise…”: Ezra Pound’s Posthumous Legacy to Fascism,’ Sanglap: Journal of Literary and Cultural Inquiry 1, no. 2 (2015): 27–70; Matthew Feldman e Anna Castriota, “Fascismo per il terzo millennio”: una panoramica del linguaggio e dell’ideologia nel movimento CasaPound in Italia, “in Doublespeak: The Rhetoric of the Far Right since 1945 , ed. Matthew Feldman e Paul Jackson (Stuttgart: Ibidem, 2014), 223–246.
26Per una definizione e descrizione della Nouvelle Droite e della sua natura fascista, vedere: Tamir Bar-On, Rethinking the French New Right: Alternatives to Modernity (Abingdon: Routledge, 2013); Tamir Bar-On, “Fascism to the Nouvelle Droite: The Dream of Pan-European Empire”, Journal of Contemporary European Studies 16, no. 3 (2008): 329–345; Tamir Bar-On, “The Ambiguities of the Nouvelle Droite: 1968-1999,” The European Legacy: Toward New Paradigms 6, no. 3 (2001): 333–351; Roger Griffin, “Between Metapolitics and Apoliteia: The Nouvelle Droite’s Strategy for Conserving the Fascist Vision in the” Interregno “,” Modern & Contemporary France 8, no. 1 (2000): 35–53; Pierre André Targuieff,Sur la Nouvelle Droite: Jalons d’une Analyse (Paris: Decartes et Cie, 1994).
27Di Nunzio e Toscano, “Riprendendo tutto”, 252; Castelli Gattinara, Froio e Albanese, “The Appeal of Neo-Fascism in Times of Crisis”, 240–241.
28Sul pensiero di Evola si vedano: Elisabetta Cassina Wolff, ” Apolitìa and Tradition in Julius Evola as Reaction to Nihilism”, European Review 22, no. 2 (2014), 258-273; Paul Furlong, Pensiero sociale e politico di Julius Evola (Abingdon: Routledge, 2011); Gianni Scipione Rossi, Il razzista totalitario: Evola e la leggenda dell’antisemitismo spirituale (Soveria Mannelli: Rubettino, 2007); Francesco Cassata, A destra del fascismo: Profilo politico di Julius Evola (Torino: Bollati Boringhieri, 2003); Pierre-André Taguieff, ‘Evola penseur de la decadence: Une métaphysique de l’histoire dans lepective traditionelle et l’hypercritique de la modernité,’ Politica Hermetica, I (1987), 11–48; Franco Ferraresi, ‘Julius Evola: Tradition, Reaction, and the Radical Right,’ European Journal of Sociology 28, no. 1 (maggio 1987), 107–151; Richard H. Drake, ‘Julius Evola and the Ideological Origins of the Radical Right in Contemporary Italy,’ in Political Violence and Terror: Motifs and Motivations , ed. Peter H. Merkl (Berkeley, California: University of California Press, 1986), 61-89; Roger Griffin, “Revolts against the Modern World: The Blend of Literary and Historical Fantasy in the Italian New Right,” Literature and History 11 (primavera 1985): 101–123; Thomas Sheehan, “Myth and Violence: The Fascism of Julius Evola and Alain de Benoist”, Social Research 48, no. 1 (1981): 45-73.
29Sull’influenza di Evola sui giovani neofascisti, vedi: Elisabetta Cassina Wolff, ‘Evola’s Interpretation of Fascism and Moral Responsibility,’ Patterns of Prejudice 50, no. 4–5 (2016): 478–494; Antonio Carioti, I ragazzi della fiamma (Milano: Mursia, 2011); Antonio Carioti, Gli orfani di Salò (Milano: Mursia, 2008).
30Sulle tre correnti ideologiche all’interno di msi , vedi: Wolff, L’inchiostro dei vinti ; Elisabetta Cassina Wolff, “Il significato e il ruolo dei concetti di democrazia e corporativismo nell’ideologia neo-fascista italiana 1945-1953”, Italia moderna 16, n. 3 (2011): 295–313.
31Wolff, ” Apolitìa and Tradition in Julius Evola as Reaction to Nihilism”, 265-267.
32Julius Evola, Gli uomini e le rovine (Roma: Edizioni Dell’ascia, 1953). Nuova edizione: Gli uomini e le rovine e Orientamenti (Roma: Edizioni Mediterranee, 2002).
33Paolo Andriani, ‘Cambiare rotta,’ Imperium 2, 1 (maggio 1951).
34Mario Battaglini, ‘Il Movimento Politico Ordine Nuovo: Il processo di Roma del 1973,’ in Eversione di destra, terrorismo e stragi: I fatti e giudiziario , ed. Vittorio Borracceti (Milano: Franco Angeli, 1986), 29; Nicola Rao, Neofascisti! La Destra italiana da Salò a Fiuggi nel ricordo dei protagonista (Roma: Settimo Sigillo, 1999), 71-77.
35Pino Rauti, ‘Tesi per il Congressso,’ Ordine Nuovo 2, n. 10-11 (ottobre-novembre 1956).
36Pino Rauti, “Tradizione, Reazione e Stato,” Ordine Nuovo 1, n. 2 (maggio 1955).
37Stefano Mangiante, ‘Per un Ordine Ariano,’ Ordine Nuovo 1, n. 3 (giugno 1955).
38Ibid.
39Pino Rauti, ‘L’Onore è Fedeltà,’ Ordine Nuovo 1, n. 1 (aprile 1955).
40Piero Ignazi, ‘The Changing Profile of the Italian Social Movement,’ in Encounters with the Contemporary Radical Right , ed. Peter H. Merkl e Leonid Weinberg (Boulder, CO: Westview Press, 1993), 75-93; Piero Ignazi, ‘La cultura politica del Movimento Sociale Italiano,’ Rivista Italiana di Scienza Politica xix , no. 3 (1989): 431–465.
41Roberto Chiarini, “La destra radicale tra eversione e legalità”, Mondoperaio 39, n. 7 (1986): 51.
42On ON: Aldo Giannulli e Elia Rosati, Storia di Ordine Nuovo (Milano: Mimesis Edizioni, 2017); Nicola Rao, La fiamma e la Celtica (Roma: Sperling & Kupfer, 2006): 79–87; Carioti, I ragazzi della fiamma , 113–114; Arianna Streccioni, A destra della destra: Dentro e fuori l’ msi , dai far a Terza Posizione (Roma: Edizioni Settimo Sigillo, 2000), 62–82; Franco Ferraresi, Minacce alla democrazia: la destra radicale in Italia dopo la guerra (Princeton, New Jersey: Princeton University Press 1996): 51–63; Franco Ferraresi, “La destra eversiva”, in La destra radicale , Franco Ferraresi (Milano: Feltrinelli, 1984): 62-66.
43Carioti, I ragazzi della fiamma , 251; Giannulli e Rosati, Storia di Ordine Nuovo , 106, 145.
44Giannulli e Rosati, Storia di Ordine Nuovo ; Anna Cento Bull, Italian Neofascism: The Strategy of Tension and the Politics of Nonreconciliation (New York-Oxford: Berghahn Books, 2012); Ferraresi, Minacce alla democrazia, 58-83.
45Sull’Internazionale fascista, vedi: Andrea Sceresini, Internazionale Nera (Milano: Chiarelettere, 2017); Jeffrey Bale, The Black Terrorist International: Neo-Fascist Paramilitary Networks and the “Strategy of Tension” in Italy, 1968-1974 (Berkeley: University of California, 1994); Giuseppe Gaddi, Neofascismo in Europa (Milano: La Pietra, 1974); Dennis Eisenberg, L’internazionale nera (Milano: Sugar, 1964).
46Ferraresi, Minacce alla democrazia , 59.
47Giannulli e Rosati, Storia di Ordine Nuovo , 15–28.
48Giannulli e Rosati, Storia di Ordine Nuovo , 32–49; Ferraresi, Minacce alla democrazia , 63.
49Giannulli e Rosati, Storia di Ordine Nuovo , 51–67.
50Vedi: Bull, Italian Neofascism ; Ferraresi, Minacce alla democrazia .
51Pauline Picco, “Extrême droite et antisémitisme en Italie: L’exemple du Centro studi Ordine nuovo (1955–1971),” Laboratoire italien: Politique et société 11 (2011): 17–52.
52Il nome completo era: Centre de recherche et de documentation pour l’avénent d’ordre nouveau dans les domaines social, économique et culturel.
53L’ultima istituzione è stata fondata dallo scrittore e successivamente leader indiscusso del movimento della Nouvelle Droite , Alain de Benoist.
54Julius Evola, “Gentile non è il nostro filosofo,” Ordine Nuovo 1, n. 5–4 (luglio-agosto 1955).
55Wolff, “Interpretazione di Evola del fascismo e della responsabilità morale”, 488.
56Intervista a Pino Rauti in Francesco Giorgino e Nicola Rao, L’un contro l’altro armati (Milano: Mursia, 1995), 42-43.
57Stefano Mangiante, ‘Per un Ordine Ariano,’ Ordine Nuovo 1, n. 3 (giugno 1955).
58Julius Evola, Il fascismo: Saggio di un’analisi critica dal punto di vista della Destra [Fascismo visto da destra] (Roma: Volpe, 1964). Edizione recente: Fascismo e Terzo Reich (Roma: Edizioni Mediterranee, 2001).
59Maurice Bardèche, Qu’est-ce que le fascisme? (Parigi: Les Sept Couleurs, 1961).
60George L. Mosse, The Crisis of German Ideology (Londra: Weidenfeld og Nicolson, 1964).
61Wolff, “Interpretazione di Evola del fascismo e della responsabilità morale”, 488.
62Rao, Neofascisti! , 115–126; Andrea Mammone, ‘The Transnational Reaction to 1968: Neo-Fascist Fronts and Political Cultures in France and Italy,’ Contemporary European History 17, no. 2 (2008): 213-236.
63Julius Evola, “Idea e patria”, Meridiano d’Italia , 19 marzo 1950, in I testi del Meridiano d’Italia , Julius Evola (Padova: Edizioni di Ar, 2002), 65-67.
64Wolff, “Interpretazione di Evola del fascismo e della responsabilità morale”, 487
65Clemente Graziani, Processo a Ordine Nuovo, processo alle idee (Roma: Edizioni di ON, 1973), 20.
66Picco, “Extrême droite et antisémitisme en Italie”, 41–42.
67Clemente Graziani, “Precisazioni sul razzismo,” Ordine Nuovo 2, n. 1 (gennaio 1956) in Picco, “Extrême droite et antisémitisme en Italie”, 21.
68Bruno Acquaviva, ‘Il “mito” razzista del nazismo,’ Ordine Nuovo 1, n. 1 (aprile 1955) in Picco, “Extrême droite et antisémitisme en Italie”, 21.
69Picco, “Extrême droite et antisémitisme en Italie”, 22.
70Julius Evola, Rivolta contro il mondo moderno (Roma: Edizioni Mediterranee, 1998): 306–321 (edizione originale: Milano: Hoepli, 1934).
71Gianni Scipione Rossi, “L’influenza della Guerra d’Algeria sull’estrema destra italiana”, in I dannati della rivoluzione: Violenza politica e storia d’Italia negli anni Sessanta e Settanta , ed. Angelo Ventrone (Macerata: eum , 2010), 21–39.
72Per un’analisi dettagliata della versione di De Benoist dell’etno-differenziale o etno-pluralismo, vedere: Pierre-André Taguieff, “The New Cultural Racism in France”, Telos 83 (1990): 109–122; Pierre-André Taguieff, “From Race to Culture: The New Right’s View of European Identity,” Telos 98/99 (1993): 99–125.
73Alberto Spektorowski, “The New Right: Ethno-Regionalism, Ethno-Pluralism and the Emergence of a Neo-Fascist” Third Way “,” Journal of Political Ideologies 8, no. 1 (2003): 111-130.
74Picco, “Extrême droite et antisémitisme en Italie”, 27-28.
75Rao, Neofascisti! , 74-75; 143–154. Giannulli e Rosati, Storia di Ordine Nuovo , 137–141. Gli evoliani Paolo Signorelli, Stefano delle Chiaie, Giovanni Ventura e Franco Freda erano tutti affiliati a ON e processati per la strage di piazza Fontana nel 1969 o altri delitti durante la stagione delle stragi in Italia. mpon è stato sciolto per legge nel 1973, accusato di essere una riorganizzazione del Partito fascista illegale.
76Ferraresi, Minacce alla democrazia , 53.
77Ferraresi, ‘Julius Evola,’ 135.
78Ignazi, Il polo escluso, 182–183.
79Ibid., 182.
80Su questo tema, vedi in particolare Piero Ignazi, Postfascisti? Dal Movimento Sociale Italiano ad Alleanza Nazionale (Bologna: il Mulino, 1994); Piero Ignazi, ‘Dai neofascisti ai postfascisti? The Transformation of the msi into AN, ‘ West European Politics 19 (1996): 693–714; Roger Griffin, ‘The Post-Fascism of the Alleanza Nazionale: A Case-study in Ideological Morphology,’ Journal of Political Ideologies 1, no. 2 (1996): 123-146.
81Discorsi di Rauti a Fiuggi: ‘Pino Rauti, la sua posizione al Congresso di Fiuggi del 27/01/1995 Intervista,’ Youtube , 23 giugno 2016, accesso 28 giugno 2018, https://www.youtube.com/watch ? v = 3Hb2p6hrszo ; e ‘Discorso di Pino Rauti al xvii Congresso Nazionale msi -DN – Fiuggi 1995,’ Youtube , 9 novembre 2017, accesso 28 giugno 2016, https://www.youtube.com/watch?v=d-MZ0P93lPI .
82Giorgino e Rao, L’un contro l’altro armati , 163.