C’è chi le chiama “condotte riprovevoli”

L’Osservatorio: prendiamo spunto dall’articolo del  14 giugno pubblicato su  “Il Corriere della Sera” a firma di Ilaria Sacchettoni per aggiungere alcuni commenti a quanto da noi pubblicato su questo sito un anno fa. All’epoca raccontammo di come Stefano Borgese diede inizio alla provocazione nei confronti dei giovani aggrediti poi da Matteo Vargiù autore della bottigliata sul viso di Valerio Colantoni e Marco Ciurleo immortalato nei video delle camere di sorveglianza mentre con una testata rompe il naso a David Habib.
Marco Ciurleo

                                                                                                                                                 Raccontammo poi in successivi post,i legami degli aggressori con CasaPound e le sue derivazioni,in particolare soffermammo la nostra attenzione su Marco Ciurleo, capetto di Blocco Studentesco,autore dell’irruzione all’interno del liceo Giordano Bruno per impedire un incontro tra gli studenti e l’ANPI, l‘associazione dei Partigiani.                            ( vedi su questo sito “Dall’irruzione al Giordano Bruno al raid di Trastevere” del 22.6.2019 )

                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                   Nell’articolo del “Corriere” vengono alla luce nuovi particolari che completano il profilo degli assalitori e i saldi vincoli  di questi con CasaPound ,ritenuta dal Giudice Eugenio Albamonte “associazione a delinquere finalizzata all’istigazione all’odio razziale”. Gli aggressori identificati dalla Digos nelle persone di Stefano Borgese,Matteo Vargiù,Marco Ciurleo,Riccardo Amenta e Francesco Barchielli,a ridosso dell’aggressione contattarono telefonicamente altri sodali – l’ipotesi investigativa è che parlino dei ragazzi del Cinema America sollecitando un rinforzo alla spedizione – tutti legati a CasaPound che a loro volta meritano qualche nota di presentazione. Riepilogando,in ordine di apparizione

 

Simone Montagna

 

Stefano Borgese,il più anziano tra gli identificati,colui che fa scattare la provocazione,già candidato alle comunali del 2016 per CPI al XIII Municipio,entrerà poi in contatto con Simone Montagna suo capolista alle medesime e personaggio di spicco in tutte le iniziative anti Rom e Immigrati della zona Casalotti – Boccea.

 

 

Marco Ciurleo,di cui abbiamo già scritto,autore della testata ad Habib,anche lui candidato per CPI nel 2016 nella lista del XIII Municipio,chiamerà Federico Mattioni, condannato a 3 anni e 7 mesi per gli scontri con la polizia a La Storta.

La Storta

Per inciso,di quegli scontri il GIP Giovanni Giorgianni ,secondo quanto riportato nell’articolo su “La Repubblica”del 31.10.2015 a firma F.Angeli e F.Salvatore,ricostruì così la dinamica :”tre sono i momenti che definiscono il carattere militaresco dell’azione del gruppo Casapound, connotata dal gip come «violenta e spregiudicata », «sintomo non solo di abitudine, ma soprattutto di “preparazione” nel delinquere, avendo il gruppo fatto mostra di una significativa esperienza nella organizzazione dello sbarramento alle forze di polizia»

                                                                                                                      Matteo Vargiù,che sferra la bottigliata sul volto del giovane contatta Mauro Casavecchia coinvolto negli scontri al Liceo Giulio Cesare nel 2012 con precedenti di polizia per i reati di accessione ed esplosioni pericolose, danneggiamento, interruzione di un ufficio o servizio pubblico, resistenza a un pubblico ufficiale»).

Il tutto a conferma dell’esistenza di un dispositivo collaudato, atto ad operare intimidazioni e violenze ai danni di oppositori politici ,Rom e immigrati,il tutto collegato a CasaPound come comprovato dalla partecipazione alle sue liste elettorali di  soggetti ripetutamente coinvolti in episodi violenti organizzati dagli occupanti di via Napoleone III.

Ma non tutti la pensano allo stesso modo,anche se non ci è chiaro il perchè … gli atti della vicenda descritti dal giudice Albamonte come “di particolare allarme sociale”  e perciò confluiti nell’inchiesta di sgombero di Via Napoleone III , non hanno però trovato riscontro nell’interpretazione dell’inchiesta data dal GIP di Roma Zsuzsa Mendola che ha declassato “l’associazione a delinquere finalizzata all’istigazione all’odio razziale” in “condotte riprovevoli”, togliendo nei fatti il carattere di urgenza assegnato allo sgombero dello stabile occupato all’Esquilino.

 

 

dal post “addio al celibato – mazzate agli antifascisti ” pubblicato su questo sito il 19.06.2019

L’Osservatorio : un aggiornamento sul ferimento dei ragazzi del “ Cinema America”.
I quattro protagonisti dell’aggressione identificati dalla Digos, fanno parte delle solite “anime pie” così confidenti nelle protezioni altolocate di cui godono da festeggiare l’Addio al Celibato di uno di loro pestando dei giovani colpevoli di essere antifascisti.
Gli identificati sono tutti militanti di CasaPound e del Blocco Studentesco,tutti con sostanziosi precedenti penali per violenza.                                                                                                                                                                                       Prima di riportare l’articolo di “La Repubblica” del 19 giugno a firma di Francesco Salvatore un ultimo commento da parte dell’Osservatorio : dopo il verdetto ultimo della Corte dei Conti tutti invocano lo sgombero di Via Napoleone III, sede centrale di CasaPound,adducendo a motivazione il reiterato danno erariale. Noi non la vediamo così. Noi sosteniamo che a CasaPound,come a Forza Nuova deve essere impedita l’attività politica perché dichiaratamente fascisti,e pertanto estranei alla vita politica di un consesso democratico.                Fuorilegge subito!

Roma, raid contro ragazzi Cinema America: aggressione per “festeggiare” addio a celibato
A fomentare il pestaggio contro le vittime, colpevoli di indossare una maglietta “antifascista” un parrucchiere di 38 anni. Quella sera era a Trastevere assieme a un gruppo di amici, tutti militanti di Blocco studentesco e Casapound, per fare baldoria in vista delle nozze. Per lui e altre tre persone è scattata la denuncia.
di FRANCESCO SALVATORE
19 giugno 2019

Inchiodati dalle telecamere sparse per i vicoli di Trastevere, riconosciuti in foto dai ragazzi che hanno aggredito e infine identificati dalla Digos. Sono quattro gli aggressori legati all’ultradestra capitolina e denunciati per l’attacco subito nella notte tra sabato e domenica. Ma chi sono? Militanti di CasaPound e di Blocco Studentesco, l’organizzazione che fa capo alla stessa Cpi.
Il più anziano è Stefano Borgese, classe 1981. Fa il parrucchiere in zona Casalotti. Quella sera erano tutti a Trastevere per festeggiare il suo addio al celibato. Di fatto, stando a quanto ricostruito dalle indagini, sarebbe lui il fomentatore dell’aggressione ai danni di David Habib e Valerio Colantoni, uno il naso rotto e l’altro un taglio sul sopracciglio con una bottiglia.Poi c’è Marco Ciurleo, 23 anni, con precedenti di polizia per danneggiamento, interruzione di pubblico servizio, e resistenza a pubblico ufficiale: è un militante di Blocco Studentesco e l’autore della testata ai danni di David Habib, “colpevole” di avere indosso la maglietta del Cinema America e di “mostrarsi antifascista”.

il momento in cui Matteo Vargiu colpisce “a freddo” il volto di uno dei ragazzi con la bottiglia

Poi un suo coetaneo, Matteo Vargiu, anche lui classe 1996. Nel suo casellario giudiziario conta numerosi precedenti. Già sottoposto a Daspo avrebbe colpito con una bottigliata Valerio Colantoni. L’altro 23enne, e militante di Casapound è Alex Muratori : a suo carico si contano precedenti per lesioni e violenza privata.
L’indagine è stata complessa e serrata. Dopo l’acquisizione delle immagini delle telecamere di Trastevere si è passata alla fase numero due dell’indagine. Gli agenti della Digos hanno preso in mano l’indagine – proprio perché specializzati nell’ambito dei reati compiuti dagli dall’estremismo di destra – e hanno scandagliato i volti immortalati dalle telecamere di videosorveglianza che, però, non erano riconducibili a soggetti noti. È allora che si è iniziato a cercare, in maniera certosina, tra tutti i personaggi del sottobosco dei gruppi di destra capitolini. Grazie anche alla collaborazione fornita dai ragazzi del Cinema America, che sono andati più volte in questura per fornire indicazioni.

Poi ieri sono scattate le perquisizioni, delegate alla stessa Digos, all’interno delle case dei quattro aggressori che hanno consentito di trovare gli indumenti utilizzati durante l’agguato e una serie di segni distintivi, emblematici dell’appartenenza dei soggetti agli ambienti della destra di Blocco Studentesco e Casa Pound.

Social:
error

Leave a Reply