La rivolta di Torre Maura contro i rom: la procura di Roma indaga per odio razziale. Salvini: “No a scaricabarile”

L’Osservatorio : che possa accadere per un nuovo “scivolone” giudiziario o che la Raggi sia costretta all’abbandono per la manifesta incapacità a governare dimostrata dalla paralisi in cui versa la Capitale,in entrambi i casi mentre a sinistra tutto tace, a destra c’è chi affila le armi e si prepara alla spallata finale.
Quale migliore obiettivo in questa strategia destabilizzatrice del fomentare gli abitanti di Torre Maura su tematiche securitarie e razziste ? Torre Maura in quel Municipio VI° dove nelle elezioni del 2016 la Raggi aveva raggiunto percentuali Bulgare prossime all’80%. Un obiettivo appetitoso costituito dai circa 250.000 abitanti, potenziali elettori un domani di una destra estrema che appoggia le anime più becere della protesta,innescata dalle politiche “suicide” attuate dal Campidoglio nelle periferie.
Il cliché è il solito,un gruppo di residenti a protestare,presto rimpolpato dai militanti di CasaPound pronti a dare manforte,direzione politica e militare alla protesta,era già successo nel 2015 a Casale San Nicola dove al termine degli scontri con la Polizia ,vennero processati e poi condannati per le violenze premeditate otto fascisti,tra i quali Andrea Antonini fratello di Mauro Antonini,in prima fila ieri a Torre Maura durante

Mauro Antonini di CasaPound

La rivolta di Torre Maura contro i rom: la procura di Roma indaga per odio razziale. Salvini: “No a scaricabarile”

I reati ipotizzati sono di danneggiamento e minacce aggravate dall’odio. Ieri pomeriggio la violenta protesta contro il trasferimento di un centinaio di persone in una struttura di accoglienza del comune. Prosegue il ‘presidio’ dei residenti. Raggi: “Intervenuta per tutelare vite umane”

da ” LA Repubblica ” del 3 aprile 2019                                                                                                                                             di LUCA MONACO e DONATELLA TACCONELLI

La Procura di Roma apre un fascicolo di indagine sugli scontri avvenuti nella tarda serata di ieri nella zona di Torre Maura dove circa 200 abitanti della zona, supportati anche da militanti di Casapound,  sono scesi in strada per protestare contro il trasferimento di alcuni rom in un centro di accoglienza di proprietà del Comune in via dei Codirossoni.

A piazzale Clodio sono in attesa di una informativa dalle forze dell’ordine intervenute. I reati ipotizzati, al momento, sono di danneggiamento e minacce aggravate dall’odio razziale durante una vera e propria rivolta, sono stati dati alle fiamme un cassonetto e un’auto. Nel corso dei tafferugli sono stati calpestati e distrutti  i panini destinati ai rom: “Devono morire di fame” hanno urlato alcuni. “Dateci i terremotati, gli zingari non li vogliamo”.

Roma, rivolta contro i rom a Torre Maura. Raggi: “Non cederemo a odio di Casapound e Forza Nuova”

La Digos di Roma è al lavoro per individuare gli autori della violenta protesta. A breve potrebbero esserci i primi identificati che rischiano la denuncia. Le posizioni verranno vagliate per chiarire le singole responsabilità. Al momento circa trenta abitanti si trovano all’esterno del centro di accoglienza di via dei Codirossoni per ‘presidiarlo’. Nella tarda serata di ieri, dopo le barricate con i cassonetti dati alle fiamme, è andata anche a fuoco un’auto in sosta lungo la strada della sala operativa sociale del comune.

Una donna rom, che aveva in braccio il suo figlioletto, è stata accerchiata da alcuni residenti. “Vai via ladra, ti sei portata tuo figlio per proteggerti”, hanno urlato alcuni contro la donna, che non è un ospite del centro come ipotizzato invece da alcuni dei residenti, ma è giunta sul posto per verificare lo stato del suo camper rimasto parzialmente bruciato dopo i disordini di ieri. “L’avevo messo li per non occupare i posteggi sotto casa – spiega – è mio, non è rubato”, si giustifica. “Vivevo alla Barbuta, mi hanno dato casa una settimana fa – racconta sconvolta – non c’entro niente con tutta questa situazione, ma adesso ho veramente paura”.

Intanto questa notte, dopo un lungo vertice, il Campidoglio si è piegato alla protesta e ha annunciato che i rom saranno ricollocati altrove. Le 70 persone (33 bambini, 22 donne delle quali tre in stato avanzato di gravidanza)  saranno spostate nelle altre strutture cittadine “entro sette giorni. La decisione è stata presa al termine di un lungo incontro svoltosi nella presidenza del VI municipio tra una delegazione dei cittadini della zona e il capo di gabinetto della sindaca Raggi, Stefano Castiglione, la dirigente dell’ufficio rom del Comune, il minisindaco. “Con grande senso di responsabilità ci siamo subito attivati già da questa notte. Abbiamo deciso di procedere a una progressiva ricollocazione per restituire tranquillità al quartiere e per tutelare i 33 minori ospiti nella struttura, abbiamo questa priorità al di sopra di tutto. Stiamo esaminando e analizzando tutte le possibili soluzioni sul territorio di Roma, cercheremo di sistemarli con soluzioni alternative e parimenti dignitose”, ha spiegato il delegato alla Sicurezza del Campidoglio Marco Cardilli.

“Da oggi la Sala operativa sociale del Campidoglio inizierà a svuotare il centro – spiega il presidente del sesto municipio  Romanella – certo si parla tanto di integrazione e da qualche parte si sarebbe dovuto iniziare – ammonisce  – in questo caso siamo proprio caduti dal pero, non eravamo stati informati di nulla. C’è stato un grave difetto di comunicazione (col Comune, ndr),  non deve più accadere”.

“Sono intervenuta per evitare che la situazione degenerasse. C’era un clima molto pesante, di odio”, dice la sindaca di Roma Virginia Raggi. “Sono intervenuta per tutelare i tanti cittadini onesti di quel quartiere e i 33 bambini (del gruppo dei nomadi, ndr) che rischiavano la vita e l’incolumità personale. Dovere dell’amministrazione è quello di tutelare la vita e l’incolumità delle persone”, aggiunge in riferimento alla decisione di ricollocarli in altre strutture.”Non possiamo cedere all’odio razziale, non possiamo cedere contro chi continua a fomentare questo clima e continua a parlare alla pancia delle persone, e mi riferisco prevalentemente a Casapound e Forza Nuova” ha concluso.

“No a ogni forma di violenza, no allo scaricare sulle periferie ogni genere di problemi. Ribadisco il mio obiettivo per cui sto lavorando da mesi: zero campi rom entro la fine del mio mandato da ministro. Chi si integra è benvenuto, chi preferisce rubare verrà mandato altrove” avverte il ministro dell’Interno Matteo Salvini.

“Le nostre case, gestite dal Comune, sono abbandonate al degrado. Il mio balcone si muove, ho dovuto riparare una perdita al bagno a spese mie perché ogni volta che aprivo il rubinetto l’inquilino al piano di sotto veniva a suonare”. Giuliana abita in una delle palazzine di via delle Alzavole, a Torre Maura, come del resto la maggior parte dei residenti scesi in strada, la notte scorsa, per protestare. “Viviamo in questo appartamento da 41 anni – racconta Anna, che di anni ne ha 88 -. Prendo 600euro di pensione al mese, il soffitto del bagno mi sta per crollare in testa. Quando chiamo il Comune, mi tengono in attesa un tempo infinito e ora mantengono questi rom”.

Muri portanti con crepe profonde, visti più volte dai vigili del fuoco, balconi senza vetri dopo l’ultimo vento forte che li ha letteralmente fatti saltare, cornicioni a pezzi, citofoni aggiustati alla bell’e meglio dagli inquilini. “Giorni fa un pezzo di cemento mi è caduto sulla macchina, dopo essersi staccato all’improvviso dalla facciata sopra al portone – racconta un uomo -, il parco davanti lo manteniamo noi, i lavori dentro casa pure. Capite che è questo ad accendere il fuoco dell’intolle

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