L’Osservatorio: ripercorriamo, con questa seconda parte, i primi passi di questa organizzazione fascista. La “narrazione” riprende dall’asse Roma-Varese-Parigi citato nel precedente articolo http://www.osservatoriosulfascismoaroma.org/le-origini-di-casapound/.
Scrive Elia Rosati (Cit. CASAPOUND ITALIA, di Elia Rosati): “Centrale da questo punto di vista sarà la zona del varesotto, dove venne messo in piedi, grazie a Meridiano Zero, uno stabile momento annuale di riflessione teorico-militante, “Università d’Estate”, e dove già esisteva dal 1989 uno spazio sociale di destra animato dalla Comunità Militante di Busto Arsizio. Sarà proprio qui a Varese con Rainaldo Graziani, successivamente, che due giovani camerati romani, orfani del Movimento Politico Occidentale apriranno un pub alla metà degli anni Novanta: uno di loro ha appena abbandonato l’esercito, ha circa ventidue anni e si chiama Gianluca Iannone.
Nello stesso Nord Italia vi era poi una prolifica scena nazirock anche di respiro internazionale; lo stesso Iannone ricordò anni dopo come in quel periodo si fosse appassionato alla musica neonazista dei Combat 84, agli Skrewdriver, ai Public Enemy e alla band del Veneto Fronte Skinheads, i Peggior Amico. È dunque in questo asse Roma-Varese-Parigi della prima metà degli anni Novanta che possiamo collocare la nascita della relazione tra Iannone e il cattivo maestro nero Adinolfi, mentre nel quadro politico tutto cambiava: Forza Italia-Lega e MSI andavano brevemente al governo nel 1994-1995, la svolta di Fiuggi dava vita ad Alleanza Nazionale e alla nascita di Fiamma Tricolore di Rauti. Il futuro leader di CPI rimase con Graziani circa un anno, ma fu indubbiamente un periodo di apprendistato e di ritorno alla politica.
Non è un caso che, rientrato a Roma, la sua prima mossa fu creare un altro pub, il Cutty Sark, il primo tassello di CasaPound nella capitale. Così nel 1997, intorno al bancone del “pub più odiato d’Italia” (come verrà ribattezzato dopo un attacco incendiario), nacquero, condensando quanto appreso fino ad allora, la Comunità organica di destino Fahrenheit 451 (F451) e il gruppo musicale ZetaZeroAlfa o ZZA (con Gianluca Iannone alla voce): una promettente macchina mitopoietica. Nei nomi scelti possiamo già trovare qualcosa di completamente nuovo per il mondo della destra radicale: una birreria intitolata a un vascello pirata (che sceglierà come logo Capitan Harlock), un gruppo politico che prende il nome dal best-seller di Ray Bradbury e una band musicale la cui denominazione, apparentemente, non significa nulla. Nella capitale il terreno si dimostrò più fertile del previsto: nel 1998 vi era stata, infatti, un’altra occupazione nera, lo “Spazio Libero Porta Aperta” in zona San Giovanni, sgomberato nell’estate del 1998, mentre la scena musicale di destra cominciava a essere florida anche per merito dell’attivismo web di “Perimetro” e dell’etichetta discografica neofascista “Rupe Tarpea Productions”.
L’Osservatorio: alla fine degli anni 90, a Roma la destra fascista vive un periodo di particolare fermento; di seguito sintetizziamo ancora quanto scritto da Elia Rosati (Cit. CASAPOUND ITALIA, di Elia Rosati):
“Nel 1999 F451 provò un primo esperimento di occupazione, tentando di trovare sede in un casale abbandonato fuori Roma; l’impresa si rivelò brevissima, ma non scoraggiò il gruppo. Nel frattempo questa piccola comunità di strani fascisti continuò ad addestrarsi: sia fisicamente, puntando sulla boxe thailandese con l’entusiasmo del samurai, che ideologicamente, alternando la scuola quadri con l’entusiasmo per l’immaginario ribelle del film Fight Club. Nell’estate del 2002 cominciò una nuova impresa, sempre alle porte di Roma (via Tiberina 801): prendeva vita “Casa Montag”, la prima ONC (Occupazione Non Conforme) che prese non a caso il nome dal protagonista di Fahrenheit 451. Il luogo risultò troppo periferico e fatiscente, eppure l’esperimento servì come prototipo per cominciare a sperimentare lo stile di militanza pazientemente coltivato. La comunità nata all’interno del Cutty Sark finalmente fece il suo salto di qualità, con un degno ingresso nella galassia neofascista romana e pazienza se abbandonarono dopo un anno Casa Montag. L’idea delle ONC avrebbe fatto strada. Così il 27 dicembre del 2003 in via Napoleone III, 8, nel multietnico quartiere dell’Esquilino, fu occupato un palazzo abbandonato; venne ribattezzato CasaPound.
Nel frattempo nella zona sud-est della capitale alcune vecchie conoscenze avevano riesumato un nome glorioso del neonazismo italiano, “Base Autonoma”, gravitando intorno alla sede-santuario di via Acca Larenzia: l’alleanza tra questi due ambiziosi mondi fu solo questione di tempo. Nella Destra Non Conforme si ritrovarono quindi, oltre agli ZZA e F451, Gabriele Adinolfi, Maurizio Boccacci, e l’ex-forzanovista Giuliano Castellino: un mix che risultò esplosivo. Questa nuova famiglia allargata, cominciò subito a guardarsi intorno; il grande patto sarebbe rimasto per anni di natura federale: se da una parte gli ex-F451 (ora CasaPound) avrebbero continuato a costruire il fronte delle Occupazioni Non Conformi (e delle OSA, Occupazioni a Scopo Abitativo), Boccacci aveva mire ben più alte, una Repubblica dentro Fiamma Tricolore. L’ingresso, a metà del 2004, della destra non-conforme nel partito Movimento Sociale Fiamma Tricolore costituì un primo grande salto di qualità per quest’area politica ancora in una fase iniziale. Nel luglio-agosto del 2004, la destra non-conforme diede vita nella capitale a una campagna di occupazioni di stabili senza precedenti: vennero occupate a scopo abitativo (OSA): Casa Italia-Parioli (10 luglio, in via Lima 51), Casa Italia-Boccea (17 luglio, in via Boccea 496), Casa Italia-Torrino (14 agosto, in via Mar della Cina 179). Lo stesso 14 agosto, i neofascisti occuparono “Il Mafarka” in via dei Sette Camini, sulla Tiburtina, che però venne sgomberato poche ore dopo dalla polizia. La stampa diede notizia della nera estate romana, ma non collegando il tutto a una strategia complessiva. Nel IV Congresso Nazionale del Movimento Sociale Fiamma Tricolore (tenutosi simbolicamente a Fiuggi, l’11-12 dicembre 2004), debuttarono in società proprio Puschiavo, Boccacci, Castellino e, a ruota, le occupazioni non conformi romane. Per la verità la destra non-conforme, al tempo, si fidava ancora di Boccacci, pur mantenendo una tattica lobbistica dentro il MSFT; l’effettiva adesione della fazione di CasaPound con trasformazione ufficiale di tutte le sue sedi in sezioni della Fiamma avvenne soltanto (con una “adesione compatta”) nell’estate del 2006. Nelle elezioni regionali del Lazio, nel 2005, le occupazioni non-conformi inserirono un proprio esponente (Germano Buccolini, detto “Genni”) all’interno di una lista di destra radicale in sostegno di Francesco Storace. Questo tentativo si rivelò un esperimento importante: per la prima volta CasaPound si presentava alle elezioni e accettava anche quel terreno di lotta politica. Dall’altra parte si formalizzò quella che diventerà la proposta più duratura di questa area politica: il “Mutuo Sociale. Questo progetto diventerà un cavallo di battaglia prima della destra non-conforme romana e, dal 2008, dell’intera CasaPound.”
L’osservatorio: A Roma nel 2006 CasaPound si mette in luce con azioni di propaganda elettorale, tra le quali l’occupazione di un edificio in via Sforza 44, con l’obiettivo di inserirsi in uno dei tanti tavoli di intermediazione istituzionale sul problema della casa che l’allora Prefetto di Roma Serra aveva aperto. Inoltre nell’anno scolastico 2006-2007 comincia a farsi notare il Blocco Studentesco, provando a partecipare alle elezioni per le rappresentanze degli studenti, tra risse e polemiche, in alcuni istituti superiori romani; al Liceo Farnesina muove i primi passi Francesco Polacchi.
Nel 2007, a Roma il livello di aggressività dei neofascisti diventa nettamente più visibile: aggressioni, sfregi a lapidi partigiane, danneggiamenti alle sedi di partiti di sinistra, scritte intimidatorie culminato nell’assalto a un concerto della Banda Bassotti a Villa Ada a luglio.
L’accreditamento della destra non conforme all’interno del Movimento Sociale Fiamma Tricolore si rimette però in discussione quando, il 18 novembre durante un improvvisato comizio in piazza San Babila a Milano, Berlusconi annuncia lo scioglimento di Forza Italia per confluire nel nuovo partito del Popolo Italiano delle Libertà. Dopo la caduta del governo Prodi, si avvia una nuova campagna elettorale, con protagonisti due nuovi blocchi, il Partito Democratico guidato da Walter Veltroni e il Popolo della Libertà con leader Silvio Berlusconi, alleato con la Lega Nord. La Fiamma Tricolore preferisce allearsi con La Destra di Francesco Storace, rimanendo fuori dal centro-destra, e sceglie come candidata Daniela Santanchè che, a Roma, partecipa a un incontro con la stampa nei locali di CasaPound all’Esquilino, al tempo sede del MSFT. Gianluca Iannone venne candidato alla Camera a Napoli, ma non si sforzò molto nella campagna elettorale ed il ridicolo responso delle urne non creò particolari conseguenze.
Scrive Elia Rosati (Cit. CASAPOUND ITALIA, di Elia Rosati): “La tensione si alzò alle stelle all’interno della Fiamma Tricolore, quando CasaPound chiese che venisse indetto a maggio 2008 un congresso nazionale straordinario per ridiscutere la linea del partito e la sua leadership, ricevendo un deciso “no” da parte della direzione. Dopo un tentativo di occupazione simbolica degli uffici centrali della Fiamma, la definitiva rottura: a epurare la Tartaruga frecciata ci pensò il segretario in persona con il sostegno di Maurizio Boccacci (che da lì a pochi mesi sarebbe andato via anche lui dal MSFT, per fondare Militia); questi i termini utilizzati: Egregio Iannone, nonostante la tua qualità di componente della segreteria nazionale, hai operato in termini antistatutari, tentando un’azione di occupazione della direzione nazionale, pertanto, come richiestomi tra gli altri anche dal responsabile nazionale Maurizio Boccacci, questo mi obbliga a disporre la tua immediata espulsione. Luca Romagnoli, segretario nazionale movimento sociale Fiamma Tricolore. Con lo schierarsi di Boccacci a difesa del segretario fiammista, l’espulsione di Gianluca Iannone (con conseguente fuoriuscita a catena di tutta la sua fazione interna) e la fuga di Castellino verso il PdL di Alemanno, finì l’epoca della destra non-conforme romana. Queste varie anime avevano partecipato per cinque anni a un progetto comune, riuscendo con spregiudicatezza a raggiungere risultati inimmaginabili; tuttavia l’unica componente che aveva saputo crescere (numericamente, organizzativamente e culturalmente) e capitalizzare era stata CasaPound; era il momento di incassare i dividendi. La rottura del sodalizio che aveva rivoluzionato la militanza a destra nella capitale storica del neofascismo italiano non provocò quindi un indebolimento della strategia tracciata anni prima, sia dal punto di vista dell’espansione che del tentativo di diventare egemoni in tutto il mondo del radicalismo giovanile di destra. A perderne fu esclusivamente chi lasciò andare CasaPound per la sua strada. Infatti Fiamma Tricolore, svuotata dei fedeli a Iannone, ritornò a essere un partito insignificante, mentre le componenti di Boccacci e Castellino ripresero la militanza e lo stile politico che avevano praticato per anni, prima della destra non-conforme.”
L’osservatorio: Passano pochi giorni dall’uscita dalla Fiamma che viene organizzato un meeting nazionale (19-22 giugno 2008) ad Area 19, per formalizzare la nascita della associazione di promozione sociale CasaPound Italia (CPI) e presentare il programma: “CasaPound Italia presenta il suo Statuto, i Punti Programmatici e il Nuovo Percorso Politico” con l’intento di compattare e attivare a livello nazionale quella galassia che dal 2003 a oggi si era creata intorno alle azioni dei centri sociali di destra, degli ZetaZeroAlfa e dell’Area Non-Conforme. L’uscita indebolì più il partito di Romagnoli che Iannone e soci, proprio perché la struttura di CasaPound si era sempre organizzata come una lobby compatta all’interno del MSFT; a seguito dell’uscita dalla Fiamma, aderiscono alla nascita di CPI, tra le altre, la sezione napoletana, con le firme dei responsabili del settore giovanile del MSFT (Giuseppe Savuto) e del Blocco Studentesco di Napoli (Gennaro Alfiero) e quella di Verona dove il “nuovo movimento CasaPound Italia” venne presentato a simpatizzanti e iscritti del Blocco Studentesco scaligero il 4 giugno 2008 in un pub. Nonostante qualche camerata di rilievo lasciato per strada, a Roma, l’area non-conforme aderì in blocco alla neonata associazione di promozione sociale CasaPound Italia (fatta eccezione per l’occupazione abitativa di Casa d’Italia Prati, rimasta legata a Giuliano Castellino e Casa d’Italia Colleverde). Le giornate nazionali ad Area19 servirono a CasaPound Italia per fare la conta e formalizzare la sua struttura nazionale.
Scrive ancora Elia Rosati (Cit. CASAPOUND ITALIA, di Elia Rosati): “La vera sfida fu appunto estendere le pratiche già sperimentate e la tattica dei luoghi di socialità non-conforme in tutto il paese con la creazione di centri aggregativi in ogni provincia. La struttura, le campagne politiche e lo stile comunicativo dell’area romana rappresentarono il modello da esportare e diffondere. Nuovo style per il sito internet di CasaPound che divenne l’homepage di tutta l’associazione, dove vennero poi pubblicati i resoconti delle iniziative locali e i link del movimento o di pagine a esso vicine, tra cui: Noreporter.org (il sito di informazione e commento sull’attualità di Gabriele Adinolfi), Novopress.info (uno dei portali informativi della destra radicale europea), il forum di discussione Vivamafarka e la Comunità Solidarista Popoli (onlus di cooperazione internazionale fondata nel 2001 a Verona da Franco Nerozzi). Quello che CasaPound, fin dagli ultimi mesi fiammisti, sfruttò meglio furono senza dubbio la web Radio Bandiera Nera, i periodici «L’Occidentale» (diretto da Iannone) e «Fare Quadrato» e il canale video internet Tortuga Tv. Lentamente nacquero così (nel corso dell’estate 2008) i primi avamposti metapolitici di CPI, come si accennava in precedenza proprio dentro quei piccoli centri sociali di destra sparsi per l’Italia: “Spazio Lacerba” (Arezzo), “Circolo Agogé” (Pisa), il “Bar8” (Bolzano), “Asso di Bastoni” (Torino); invece dove la presenza di militanti e simpatizzanti di CasaPound era più scarsa, vennero aperte delle semplici sezioni/ufficio: Bologna, Firenze, Avellino, Salerno. In pochi mesi (autunno del 2008) nuovi luoghi non conformi sorsero rapidamente: “Area Ardita” a Palermo, il negozio “ArditaMente” a Bari, la libreria “Santabarbara” a Frosinone, il pub “Cutty Sark/Club House 045” a Verona e soprattutto il “Circolo Cuore Nero” a Milano. Tutti questi si andarono ad aggiungere agli spazi romani rimasti fedeli a Iannone nel suo divorzio da Boccacci e Castellino, tra cui ovviamente CasaPound, Area19, il “Circolo Futurista Casalbertone”, “Casa d’Italia Colleverde”, “CasaPound Latina” e la “Libreria Testa di Ferro” (gestita dal figlio di Adinolfi). In parallelo con l’apertura di nuove sedi, partirono campagne militanti coordinate a forte impatto mediatico e relativa semplicità di esecuzione; lo schema restò sempre quello: riprodurre le azioni notturne, già sperimentate con successo in questi anni dalla componente romana, in una stessa data in diverse città. Molto spesso i blitz vennero accompagnati da mini-video su YouTube, ampiamente pubblicizzati sul sito centrale di CasaPound e Novopress: il format prevedeva azioni realizzabili da piccoli nuclei di militanti, in modo da poter essere organizzate anche in città in cui gli attivisti di CPI erano poco numerosi. I temi o l’ispirazione per le giornate nazionali di CPI furono decisamente populisti: dal ricordo della vicenda di Beslan ai morti sul lavoro, dal precariato al carovita, alla proposta del Mutuo Sociale. In questa fase le attività dei nuclei di CPI si ridussero a poche giornate d’azione nazionale, ma si cominciarono anche a vedere iniziative specifiche in alcuni territori, come ad esempio proteste legate a questioni immobiliari, banchetti che regalavano alimentari contro la crisi/carovita (rigorosamente a soli italiani), raccolte fondi per zone dimenticate del pianeta o appuntamenti metapolitici (presentazioni di libri, concerti e feste per sostenere le redazioni di Radio Bandiera Nera). I dirigenti romani si impegnarono in piccoli tour regionali per pubblicizzare il progetto politico di CPI, viaggi che molto spesso erano giustificati dall’inaugurazione di nuove sedi dell’associazione sul territorio nazionale. Il Blocco Studentesco passò compatto nella nascente organizzazione.”
L’osservatorio: Il 23 aprile, a quattro giorni dal ballottaggio Alemanno-Rutelli, una cinquantina di militanti del Blocco Studentesco e CasaPound, guidati da Andrea Antonini (al tempo candidato al XX Municipio per La Destra-Fiamma Tricolore), occupa una grossa stazione nella zona dello Stadio Olimpico, abbandonato dai tempi di Italia 90 (ribattezzata Area 19) conquistando uno spazio sociale molto grande per i propri raduni, concerti e assemblee.
Un vero e proprio salto di qualità per CasaPound, che, con la vittoria nelle Comunali di Roma di Gianni Alemanno (l’ala dura dell’ex-Alleanza Nazionale) per la prima volta, vede la possibilità di avere un sindaco amico che permettesse loro di consolidare la propria struttura logistico-organizzativa nella capitale, soprattutto le sedi occupate.
