L’Osservatorio: a proposito dell’articolo dell’11 dicembre del “ Fatto Quotidiano “, a firma di Alberto Nerazzini e Andrea Sceresini, in merito alle dichiarazioni dell’ex generale Gianadelio Maletti, ex capo del reparto D del S.I.D. ( Servizio informazioni difesa ) sulla morte dell’anarchico Giuseppe Pinelli pubblichiamo un interessante commento di Anubi D’Avossa:
“ Siamo alle solite: Maletti trova una occasione per fare rumore come quando attribuì direttamente alla CIA la strage di stato scagionandone ogni apparato italiano. Stavolta assolve di nuovo Calabresi e fa scomparire gli uomini dell’Ufficio Affari Riservati invece presenti in Questura di Milano, come ormai sappiamo da varie fonti, fin dal l’indomani della strage di stato. Proprio per lo UAR era stato Rovelli a lanciare la sera stessa del 12 il depistaggio sulla pelle del circolo di Ponte della Ghisolfa. E fu il direttore dello UAR Catenacci, il cui vice ed eminenza grigia D’Amato – infiltratore di Merlino e non solo nel 22 Marzo – è ora dopo 40 anni inquisito per la Strage, ad accorrere la sera stessa del 15 a insabbiare per primo l’assassinio di Pinelli. Mentre Zorzi ha più volte alluso all’epoca delle prime indagini sul gruppo veneto di Ordine Nuovo – agganciato ai Nuclei di Difesa dello Stato dal colonnello Magi-Braschi del SIFAR e fedele del generale De Lorenzo capo di stato maggiore dell’Esercito, ex primo direttore del SIFAR e da comandante dell’Arma del Carabinieri artefice del Piano Solo – di essere protetto da Catenacci, amico di famiglia. Il fatto è che sì, certo, Maletti si insedia vicecapo del SID nel ’72 ma solo per fare fuori il moroteo e filo-arabo Miceli: Maletti era stato addetto militare ad Atene sotto la dittatura dei colonnelli e c’era lui quando Giannettini portò Delle Chiaie e Merlino nell’aprile del 1968 ad istruirsi ad Atene insieme agli altri selezionati tra i partecipanti al convegno realizzato all’Hotel Parco dei Principi nel 1965 dall’istituto Alberto Pollio, con Magi-Braschi come con Rauti, su impulso del SIFAR e direttamente dell’allora capo di stato maggiore della Difesa e rivale di De Lorenzo, Giuseppe Aloia, in seguito al quale i Nuclei di Difesa dello Stato si erano articolati in aggiunta a Gladio. I vertici istituzionali e politici devono sempre uscire dalla scena delle verità degli operativi della strategia della tensione: gli stessi – UAR-SIFAR-SID – il cui “salotto” pare fosse “frequentato” da Calabresi come in tutta la Milano ben informata, e non solo antifascista, al tempo si vociferava. Tutto questo, appunto, nelle “nuove rivelazioni” di Maletti scompare: per l’ennesima volta “.
Sempre da Anubi D’Avossa:
“ Post Scriptum: non va dimenticato che Maletti è fuggito in Sudafrica, dove s’è naturalizzato ed è rinasto finora, per le indagini su lui e Labruna in ordine all’evasione organizzata dall’ufficio D del SID fatta proporre a Giovanni Ventura da Giannettini, a sua volta esfiltrato in Francia mentre emergeva proprio attraverso Ventura il suo ruolo come “Agente Zeta” nella strage di stato. Maletti e Labruna erano ststi arrestati nel 1976, appena due anni dopo l’arresto di Miceli per la Rosa dei Venti (e dopo la strage di Piazza della Loggia), e condannati nel 1979. Maletti sfugge da quarant’anni ad una condanna passata definitiva un Cassazione ad appena due anni: o forse non solo a questo. D’altra parte Moro stesso aveva coperto a sua volta De Lorenzo, legato a Mattei, fino allo scontro con il presidente Segni. E Mariano Rumor fino a prova contraria aveva coperto allo UAR D’Amato, che degli apparati USA era referente storico sin da quando aveva cambiato casacca nel 1943 da questurino fascista a collaboratore di James Angleton dell’OSS. Questo per dire come la DC fosse lo stato italiano: e lo stato italiano quello che sappiamo “.