Nessuno è profeta in patria

L’Osservatorio: come scrivevamo all’indomani della notizia del sequestro preventivo dello stabile occupato da Casapound in via Napoleone III a Roma:

Non ci metteremo a fare sofismi sulla notizia relativa alla notifica del sequestro preventivo dell’immobile occupato dai fascisti del terzo millennio, siamo decisamente contenti ma siamo portati a credere alle cose quando le stesse giungono alla fine; dietro al tanto fumo che si sta alzando vogliamo andare a vedere quanto arrosto c’è. … “ .

Infatti, la seconda indagine aperta dalla Procura di Roma per associazione a delinquere finalizzata all’istigazione all’odio razziale a carico di 16 esponenti di Casa Pound Italiapoteva imprimere una forte accelerazione alla procedura di sgombero dello stabile occupato in Via Napoleone III e sanare un’anomalia durata 17 anni.

Ma come facilmente prevedibile, ben presto alle già forti resistenze all’urgenza dello sgombero della Prefettura della Capitale e ai vari interventi in difesa di CasaPound, è sopraggiunta la nuova interpretazione del caso giudiziario da parte del GIP di Roma Zsuzsa Mendola che, declassando “l’associazione a delinquere finalizzata all’istigazione e all’odio razziale” motivata dal giudice Eugenio Altamonte a “condotte riprovevoli, ne ha decretato la non sussistenza .

E dire che a Bari su una storia di violenze molto più breve, ben altro è stato il provvedimento della Procura, che ha prodotto il sequestro definitivo della sede di CasaPound.

Ma si sa ,la Legge si presta ad essere interpretata e nel frattempo il “Primato Nazionale” esulta e titola “Niente sgombero e odio razziale. Sconfitta per Altomonte e Raggi “

Di seguito per chi volesse approfondire i link con le dichiarazioni delle truppe cammellate giunte in soccorso di Iannone e co.

Nicola Porro si schiera con CasaPound: “Li difenderò finché crepo”

https://www.globalist.it/news/2020/06/07/nicola-porro-si-schiera-con-casapound-li-difendero-finche-crepo-2059690.html

La Russa difende i fascisti di Casapound: “Contro di loro accanimento ideologico”

https://www.globalist.it/politics/2020/06/04/la-russa-difende-i-fascisti-di-casapound-contro-di-loro-accanimento-ideologico-2059514.html

Salvini va in soccorso di CasaPound: “Se non è pericolante non è una priorità”

https://roma.fanpage.it/salvini-va-in-soccorso-di-casapound-se-non-e-pericolante-non-e-una-priorita/

e a seguire l’articolo de “Il Fatto Quotidiano”

Casapound, notificato provvedimento di sequestrato dello stabile. Il gip di Roma: “Condotte riprovevoli ma non associazione a delinquere finalizza al razzismo” 

https://www.ilfattoquotidiano.it/2020/06/10/casapound-stabile-sequestrato-il-gip-di-roma-condotte-riprovevoli-ma-non-associazione-a-delinquere-finalizza-al-razzismo/5830496/

L’Osservatorio: Dall’articolo le motivazioni che per il giudice per le indagini preliminari di Roma Zsuzsa Mendola non supportano l’accusa: “Deve osservarsi che il materiale probatorio acquisito in atti non è sufficiente per poter affermare la sussistenza del fumus criminis relativo all’articolo 604 bis del codice penale” ovvero associazione a delinquere finalizzata all’istigazione e all’odio razziale.

Riportiamo ancora dall’articolo alcune valutazioni del GIP: “Il pm richiama numerose vicende verificatesi nel corso degli anni, in tutto il territorio nazionale, in cui si sono verificati momenti di tensione e scontri tra estremisti di opposte fazioni politiche. Ciò detto dalle informative non emergono elementi probatori sufficienti a ricostruire l’oggetto del contendere. Elementi probatori in ordine alle singole vicende non possono certamente essere tratti dagli articoli di giornale. Non sussistono in definitiva elementi che consentono di ricondurre ad unità le diverse vicende giudiziarie

L’Osservatorio: Senza addentrarci in considerazioni di carattere giuridico, vogliamo però esternare alcune osservazioni che ci appaiono eclatanti.

La prima riguarda la riesumazione degli “opposti estremismi”, come a dire che se gli antifascisti non si fossero mobilitati non sarebbero avvenuti i momenti di tensione a cui fa riferimento il GIP.

La seconda riguarda invece il fatto che dalle informative non emergano elementi probatori che non possono essere determinati dagli articoli di giornale; in merito non abbiamo difficoltà a credere che le “informative” (che dovrebbero essere i rapporti delle forze dell’ordine) siano deficitarie, considerata l’acquiescenza della Questura di Roma nei confronti dei fascisti romani (ci risuona ancora nelle orecchie quel “Giuliano, Giuliano” lanciato dai responsabili dell’ordine pubblico solo sabato scorso al Circo Massimo mentre “le truppe” guidate proprio da quel Giuliano lanciavano di tutto verso i carabinieri ed i giornalisti li presenti, ma ricordiamo anche la soffiata ai camerati di Casapound riguardo l’imminente notifica del decreto di sequestro preventivo).

La terza, infine, riguarda la non sussistenza di elementi che consentono di ricondurre ad unità le diverse vicende giudiziarie. Da profani delle procedure giuridiche ci sorge però una domanda: ma se sul luogo dove si sono verificati i diversi avvenimenti sono presenti sempre gli stessi elementi facenti capo alla medesima organizzazione, non è già questa una “riconduzione ad unità”?

Il materiale raccolto dal PM e non riconosciuto probante fa riferimento anche agli avvenimenti avvenuti nei quartieri di Torre Maura e Casal Bruciato fra il 2018 e il 2019; non sappiamo se sono stati denunciati anche i raid squadristi di Ostia sulle spiagge (Blitz di Casapound sulla spiaggia di Ostia: “Via gli ambulanti abusivi”)

https://roma.repubblica.it/cronaca/2018/08/11/news/blitz_di_casapound_sulla_spiagga_di_ostia_via_gli_ambulanti_abusivi_-203913305/

o quelli ai mercatini rom: “Ostia, nuovo blitz di Casapound contro i mercatini Rom “Li abbiamo impediti”

https://www.dire.it/20-08-2018/227245-ostia-blitz-casapound-mercatini-rom/

o quelli all’ex colonia Vittorio Emanuele a Ostia

http://www.pontilenews.it/7564/MUNICIPIO%20POLITICA/2/ostia-casapound-di-nuovo-in-piazza-per-chiedere-lo-sgombero-dellex-colonia-vittorio-emanuele.html

Tutte queste azioni hanno come comun denominatore la discriminazione razziale, così come descritta dall’articolo 1 della Legge Mancino. Fonte:

https://it.wikipedia.org/wiki/Legge_Mancino#:~:text=122%20%2D%20convertito%20con%20modificazioni%20in,repressione%20dei%20crimini%20d’odio.

“All’articolo 1 la norma sanziona con la reclusione fino ad un anno e sei mesi o multa fino a 6mila euro chiunque faccia propaganda di idee fondate sulla superiorità o sull’odio razziale o etnico, oppure istiga a commettere o commette atti di discriminazione per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi. La pena aumenta con il carcere da sei mesi a quattro anni per chi invece istiga, con qualunque modalità, a commettere o commette atti di violenza o di provocazione alla violenza per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi. Inoltre la legge condanna gesti, azioni e slogan legati all’ideologia fascista e vieta, infine, ogni organizzazione, associazione, movimento o gruppo avente tra i propri scopi l’incitamento alla discriminazione o alla violenza per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi. Nel caso di reati commessi per finalità di discriminazione o di odio etnico, nazionale, razziale o religioso, ovvero al fine di agevolare l’attività di organizzazioni, associazioni, movimenti o gruppi che hanno tra i loro scopi le medesime finalità, queste ultime costituiscono una circostanza aggravante, come specifica l’articolo 3 della legge, che aumenta la pena prevista per il semplice reato fino alla metà.”

L’Osservatorio: Che la Legge si presti a diverse interpretazioni era cosa nota e la riprova c’è nel diverso approccio usato in sede di giudizio a Napoli e a Bari, nel primo caso la Corte d’Assise ha assolto in quanto “il fatto non sussiste” …. a Bari invece …

Nell’ottobre del 2014 “la Procura di Napoli chiude le indagini sul gruppo di estrema destra Casapound, all’interno del quale, nel gennaio del 2013, furono arrestate dieci persone. Una trentina gli avvisi notificati. Tra le contestazioni resta quella di associazione sovversiva, che era stata annullata dal Riesame ma ritenuta invece valida dalla Cassazione, cui il pm Luigi Musto aveva fatto ricorso. Proprio l’attesa del responso della Suprema Corte ha fatto in modo che i tempi delle indagini preliminari si dilatassero. Agli indagati la Procura contesta a vario titolo anche i reati di banda armata, detenzione e porto illegale di armi e materiale esplosivo, lesioni a pubblico ufficiale e attentati incendiari.”

Dall’articolo del manifesto del 20 giugno 2019 https://ilmanifesto.it/processo-casapound-a-napoli-il-pm-un-gruppo-criminale-dedito-alla-caccia-al-compagno/

“Ci siamo trovati di fronte a un gruppo criminale che in un determinato momento storico del nostro paese ha fatto della caccia al compagno. Dalle intercettazioni e dalle immagini viene fuori il racconto di prima mano di pestaggi frutto di agguati pianificati, bombe molotov contro il centro sociale Insurgencia, azioni contro i Carc. Base operativa i locali del movimento in via Foria, la Berta, sede storica del Msi passata a Cp attraverso Michele Florino, parlamentare missino e padre di Emmanuela. Le intercettazioni raccontano il tenore del dibattito politico. Uno degli attivisti spiega che all’università c’è una ragazza ebrea: «Ma se tu vedi passa e la salutano tutti, gli arabi che la salutano con rispetto. Mi sta facendo stizzire troppo… Io a questa qua la devo vattere (picchiare, ndr) o la picchio o la stupro e le faccio uscire il sangue dal culo». Nelle intercettazioni li si sente riuniti nella Berta progettare l’incendio del negozio di un orafo ebreo («c’ha la kippa, che è quasi anche un mezzo frocio»), pianificare il proselitismo e le lezioni per realizzare molotov: «Tra un anno andremo a finire tutti con il mitra in mano».”

Nelle parole riportate nell’ultima parte dello stralcio dell’articolo emerge anche la natura razzista ed omofoba di questa formazione, ma tutto questo non servirà a portare alla condanna gli imputati.

Assolta CasaPound, «il fatto non sussiste»

https://ilmanifesto.it/assolta-casapound-il-fatto-non-sussiste/

“Tutti assolti dalle accuse più gravi di associazione sovversiva e banda armata, in quanto «il fatto non sussiste», i 35 aderenti all’epoca dei fatti a CasaPound: la seconda Corte di Assise di Napoli (presidente Alfonso Barbarano) ha bocciato la linea del sostituto procuratore Catello Maresca, che nella sua requisitoria aveva anche chiesto pene alternative ipotizzando l’accusa secondaria di associazione per delinquere semplice.”

L’Osservatorio: Questa dettagliata ricostruzione storica, insieme ai tanti processi che hanno visti assolti i fascisti del terzo millennio ci portano ad una conclusione affatto scontata.

A tutti quelli che hanno superficialmente gioito della notizia di pochi giorni fa si è smontato il giocattolo in mano; la sindaca di Roma Virginia Raggi continuerà ad ascriversi il merito di forse veder sequestrato l’immobile di via Napoleone III; ai “legalitari” resta la conferma che le occupazioni, quale che sia la natura delle stesse, vanno sgomberate; perfino Casapound potrà gioire perché decaduta l’accusa più grave, lo stabile potrebbe non rientrare nelle priorità.

Alla luce di tutto questo il pensiero non può che tornare all’occupazione di Ostia ed all’importanza che su questa non cada l’ennesimo complice velo.

Sulla ordinanza del GIP, ad oggi, non abbiamo ancora sentito la voce dell’ANPI.

Noi continuiamo a credere che l’antifascismo non va delegato a nessuno, che la battaglia per lo scioglimento delle organizzazioni debba proseguire a dispetto dei tentennamenti (o della complicità) della Magistratura, che a Roma le antifasciste e gli antifascisti debbano avere piena agibilità della piazza anche in previsione dei prossimi appuntamenti che i fascisti (di ogni etichetta) si vogliono dare a luglio.

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